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Il sottosegretario della Conferenza episcopale italiana a Tv2000: “Dal Papa arriva un campanello prezioso, un richiamo salutare. Con governo collaborazione cordiale e fruttuosa anche se ci sono stati momenti di tensione”

Roma, 28 aprile 2020. “Sarebbe grave se all’interno della Chiesa, pur con sensibilità diverse, fossimo con Papa Francesco su due linee diverse. Soprattutto se le due linee sono quelle del Papa e dei vescovi”. Lo ha detto il sottosegretario della Cei, don Ivan Maffeis, in un’intervista a Tv2000.
“Con il governo in queste settimane – ha spiegato don Maffeis – c’è stata una collaborazione continuativa, cordiale e fruttuosa che ha portato ad affrontare insieme una pandemia che ha colto tutti di sorpresa. Eravamo tutti spiazzati da quello che stava succedendo, oggi ne siamo molto più consapevoli. Il rapporto con il governo ha conosciuto dei momenti di tensione soprattutto negli ultimi giorni che ha portato a una nota dai toni molto duri come quella che come Cei abbiamo pubblicato domenica sera. Credo che in un rapporto, se è vero, ci siano momenti in cui si può e si deve alza la voce, senza che questo diventi lo stile. Ma ieri e oggi sono state due giornate di confronto autentico sia con il Ministero che con la Presidenza del Consiglio”.
“Stiamo uscendo da un inverno molto rigido – ha proseguito don Maffeis a Tv2000 – Un Paese che in queste lunghe settimane è stato in ginocchio ha il desiderio e la pretesa di mettersi in piedi in ogni ambito della vita. Come Chiesa c’è il desiderio di ritornare ad una vita comunitaria, celebrata insieme. La prudenza a cui il Santo Padre ci ha invitati suona come un campanello prezioso a non dismettere un comportamento responsabile. È il richiamo di un padre che dice ‘attenzione non siamo fuori dal tunnel’. Il richiamo del Papa arriva come salutare e ci dice ‘stiamo uscendo dal tunnel ma non siamo ancora fuori’”.
“La data di lunedì (4 maggio) – ha spiegato don Maffeis a Tv2000 – è quella relativa ai funerali. Si tornerà a fare un passo avanti significativo in un ambito che purtroppo in queste ultime settimane ha visto tante persone morire senza il conforto di un famigliare, di un affetto. E’ un primo passaggio significativo che abbiamo chiesto con forza. Ovviamente è un primo passo. Non la risolviamo con il passaggio di lunedì ma pensiamo a quante persone siano state ferite dalla morte di famigliari senza poterli salutare. Lunedì torniamo a riappropriarci di un segno importante per noi credenti. Accanto a questo l’attesa è che si possa tornare a quella vita comunitaria che è fatta di celebrazioni, incontri intorno ad un altare a dei sacramenti vissuti con tutto il popolo di Dio. Questo non vuol dire ‘liberi tutti’. Dobbiamo entrare in una fase transitoria ed entrarci insieme con grande responsabilità”.

28 Aprile 2020