La sesta puntata di Retroscena – I segreti del teatro, in onda venerdì 27 novembre in seconda serata su TV2000, è interamente dedicata alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Il teatro è da sempre sensibile al tema, e il programma condotto da Michele Sciancalepore, nel tempo, ha seguito i racconti in scena di chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma della violenza di genere.

La riflessione coinvolge diversi protagonisti. 
Si parte con il monologo Sei mia!, Annamaria Spina attrice siciliana scampata alla furia omicida del suo ex fidanzato, e Marina Senesi autrice di Doppio taglio, indagine approfondita su come l’uso distorto dei mass media possa creare ambiguità e collusione con un maschilismo strisciante.

E ancora, l’antica fiaba intitolata Barbablù che traduce sulla scena evocazioni contemporanee di discriminazione e violenza grazie alla scrittura di Costanza Di Quattro, all’interpretazione dell’attore e cantautore Mario Incudine e all’artista Moni Ovadia in qualità di regista.

Nella prima parte due donne, due storie, due percorsi teatrali che emozionano, fanno riflettere e invitano a prendere coscienza proiettandoci al di là dei dettagli morbosi che non illuminano ma inquinano la mente, per cogliere quelle verità che non si dicono e di cui non ci si rende nemmeno conto. Sono Annamaria Spina e Marina Senesi, la prima un’attrice siciliana che racconta il massacro da cui si è salvata per miracolo e che porta in scena un monologo dal titolo Sei mia!, con cui denuncia instancabilmente la drammatica radicalizzazione di questo aberrante fenomeno e ne indica i possibili rimedi; la seconda è un’altra arguta e incisiva artista che, con lo spettacolo Doppio taglio, ci apre gli occhi e le orecchie sugli equivoci e i vizi culturali che i media spesso involontariamente innescano con il linguaggio ambiguo o con un uso fuorviante delle immagini usate per denunciare i fatti di violenza sulle donne.

A seguire Moni Ovadia e Mario Incudine sono il regista e l’interprete di Barbablù, intenso monologo recitato e cantato, ispirato alla favola noir di Charles Perrault, che racconta la storia di un uomo potente e sicuro di sé, dotato di un’efferatezza che lo porta a eliminare senza alcun cenno di umanità sei mogli, una dopo l’altra. Il testo, scritto da Costanza Di Quattro, fornisce una chiave di lettura contemporanea di Barbablù che diventa simbolo di un cinico e mai sconfitto maschilismo, un femminicida la cui ombra potrebbe albergare in ognuno di noi. Una potenzialità che si può evitare, secondo Moni Ovadia, attraverso il perseguimento dell’etica della fragilità: “Quando prenderemo coscienza dei nostri handicap e delle nostre debolezze, allora scopriremo la vera forza e Barbablù sarà davvero sconfitto” confessa a Retroscena.

In conclusione, le creazioni della sand artist Gabriella Compagnone.

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26 Novembre 2020