Morti sul lavoro, mons. Renna (CEI): “Rivedere modello impresa che sacrifica capitale umano”
Il presidente della Commissione Episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro parla a Tv2000: “Ditte in subappalto non godono di adeguate risorse. Bene il governo nello stanziamento di una somma consistente ma non alle solite ditte”
“È proprio il modello di impresa che dovremmo rivedere, un’impresa che sacrifica il capitale umano, che è la realtà più grande che essa possiede, e non sa puntare sufficientemente sulla prevenzione”. Lo afferma l’Arcivescovo di Catania e presidente della Commissione Episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, Mons. Luigi Renna, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando i tanti casi di morti sul lavoro e in particolare l’operaio di 66 anni che ha perso la vita nel crollo della Torre dei Conti a Roma.
“Ci rendiamo conto – aggiunge Mons. Renna – che sono soprattutto alcuni lavori, quelli maggiormente esposti alla morte così improvvisa, alle morti bianche: sono le imprese edili e quelle delle cave”.
“Se teniamo conto anche che – sottolinea Mons. Renna a Tv2000 – molte ditte sono in subappalto, ci rendiamo conto che forse non godono di adeguate risorse. Quindi è molto opportuno quello che il governo ha stanziato dal punto di vista economico con un decreto legge, una somma consistente che però deve mirare non alle solite ditte. C’è una responsabilità del datore di lavoro indiretto, possiamo dire lo Stato, per quello che mette a disposizione delle imprese”.
“C’è una responsabilità del datore di lavoro diretto – conclude Mons. Renna – che è il proprietario dell’impresa, ma non dimentichiamo che anche il lavoratore deve sempre allertarsi perché non vale la pena assolutamente sacrificare la propria vita con gesti che poi si rivelano così fatali”.
4 Novembre 2025