Il procuratore della Repubblica di Napoli ospite di Soul
Domenica 30 novembre ore 21.05

“Ho due zii sacerdoti, uno è ancora vivo e parla latino e greco. In Calabria il forte ricambio di vescovi ha aiutato tanto, hanno fatto muro contro la criminalità organizzata”.

“Anche i magistrati sono dei dipendenti e devono, nel momento in cui ci sarà un referendum, spiegare, a chi andrà a votare, la loro versione, non la verità, la loro versione, come lo fanno le camere penali, come lo fanno certi politici e quindi è giusto che l’opinione pubblica sia informata delle varie campane”. Lo afferma Nicola Gratteri ospite del programma ‘Soul’, condotto da Monica Mondo, in onda su Tv2000 domenica 30 novembre ore 21.05 e lunedì 1 dicembre a Radio InBlu2000 ore 21, in merito al referendum confermativo sulla riforma della Giustizia.
Nella lunga intervista il magistrato, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, da decenni impegnato nella lotta alle mafie, parla della giustizia, della battaglia contro la criminalità, e si racconta. Ne emerge il personale ritratto di un uomo legato alla sua terra, alle radici, con due zii sacerdoti. “Uno è vivo ancora, ha 94 anni, – dice Gratteri – è lucido, parla latino e greco come noi parliamo italiano”.
Il procuratore della Repubblica di Napoli racconta anche della sua famiglia che ha dovuto subire le conseguenze del suo lavoro: “Un figlio hanno provato a sequestrarlo mentre era all’università, per un altro stavano progettando di simulare un incidente con un SUV, dato che lui aveva la moto, per ucciderlo facendo finta che era un incidente stradale. Abbiamo dovuto ricorrere ai rimedi, a degli accorgimenti, e finora è andata bene”.
Gratteri a Tv2000 ha infine parlato della Chiesa in Calabria, dove è nato e dove a lungo è stato magistrato: “Negli ultimi anni c’è stato un forte ricambio di vescovi, questo ha aiutato tanto. Io come modello ho Mons. Oliva di Locri, che è il vescovo della mia diocesi di Locri-Gerace, che ha rifiutato un assegno di 40.000 euro, 50.000 euro da parte del capo mafia. Questo è stato un taglio netto molto importante, da lì è successo a catena che tutti i vescovi della Calabria, che si riunivano continuamente, hanno incominciato a prendere posizione, a fare un muro”.

27 Novembre 2025