++In onda 18 aprile ore 16 ++

Roma, 16 aprile 2019. Tv2000, in occasione del Giovedì Santo, dedica uno speciale di “Beati Voi – 10 comandamenti” alla straordinaria vita di Tim Guenard in onda il 18 aprile alle ore 16. Beatrice Fazi ha intervistato in esclusiva per la televisione italiana il sessantenne scrittore francese che ha raccontato la storia della sua vita: una battaglia contro la sofferenza e l’abbandono.
“E’ stata la violenza il mio idolo, l’adrenalina, – racconta Guenard – tutte le persone che si atteggiavano da delinquenti, la famiglia d’onore, la mafia, queste cose qui. Questi erano i miei idoli. Con Big Boss (Dio ndr) non ho più bisogno di idoli”. Una lotta apparentemente senza via di scampo, iniziata sin dai suoi primi anni di vita dopo l’abbandono della madre e le continue violenze subite dal padre alcolizzato. Tim cresce per le strade di Parigi: impara a leggere grazie a un suo amico clochard e soffoca con la violenza ogni speranza e bisogno d’amore. Non ha neanche tredici anni e la sua discesa agli inferi non è ancora finita. Vive di piccoli furti, viene stuprato da un uomo ed è costretto a vendere il suo corpo per denaro. La sua esistenza sembra segnata, quando è un giudice minorile a salvarlo. Quest’ultimo (che lo giudicava per l’ennesimo furto commesso) dà infatti a Tim la possibilità di imparare un mestiere, quello dello scultore. Inoltre, per incanalare e controllare la violenza, Tim inizia a praticare il pugilato. Altri incontri, daranno poi a Tim un senso alla sua vita. Quello, fondamentale, con un prete-santo, padre Thomas-Philippe, poi quello coi membri dell’Arca, una fondazione che si occupa di ragazzi disabili. Poi quello fortuito con Madre Teresa di Calcutta e Madre Maddalena, fondatrice delle Piccole Suore di Charles de Foucalut.
“Non sono più un rapinatore di banche – sottolinea Guenard – io oggi sono un ladro del cuore, dell’amore. Ci vuole immaginazione per incoraggiare chi soffre, sono diventato un rapinatore di amore per Dio”.
Oggi Tim Guenard ha 60 anni, è sposato con Martine e padre di quattro figli, alleva api e produce miele in una fattoria del sud ovest della Francia. Racconta la sua storia in giro per il mondo. È un uomo felice finalmente, con la sua casa sempre aperta a tutti coloro che hanno bisogno. Quella di Tim Guenard è una storia incredibile. Una vicenda unica, ma che simboleggia nel migliore dei modi come le “10 Parole” entrino direttamente nelle vite di tutti gli esseri umani, di come la nostra vita possa cambiare radicalmente quando riusciamo a colmare il vuoto della loro assenza. Proprio come avviene nella vicenda personale di Tim. Ed è proprio per questo che Beatrice Fazi ha scelto di incontrarlo nuovamente in questo speciale, per ripercorrere insieme i 10 comandamenti alla luce della sua vicenda personale.

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ESTRATTI DALLO SPECIALE:

 

IO SONO IL SIGNORE TUO DIO

“Ho incontrato Dio per sbaglio. Io non lo conoscevo ma lui mi conosceva… Mi sono innamorato di Dio non immediatamente. Facevo molte domande alle persone che conoscevano Dio… Quando ho letto il Vecchio Testamento a fumetti, ho chiesto: “Non avete il seguito?”. E così mi hanno dato “La vita di Gesù… Ho visto che Dio mi conosceva e io non lo conoscevo. Ho cominciato ad innamorarmi di lui… Gli ho dato un nome di amore, Big Boss”.

 

 

NON AVRAI ALTRI DEI AL DI FUORI DI ME
“E’ stata la violenza il mio idolo, l’adrenalina, tutte le persone che si atteggiavano da delinquenti, la famiglia d’onore, la mafia, queste cose qui. Questi erano i miei idoli. Con Big Boss non ho più bisogno di idoli”.

 

NON PRONUNCIARE IL NOME DI DIO INVANO

“Mi sono molto interessato alle persone che amano Dio. Le ho osservate, le ho ascoltate. Ho trovato che i credenti non mettevano in pratica ciò che leggevano. Cominciavo ad innervosirmi un po’. Mi sono detto: “Bisogna che io faccia silenzio”. Per dieci, dodici anni, non ho parlato con le persone di Dio. Ho vissuto come un esilio. Quando mi hanno proposto di testimoniare, io dicevo di no… un giorno, alla fine dei dodici anni, mi hanno chiesto di fare una testimonianza in televisione sul perdono riguardo mio padre. Molte persone hanno visto la trasmissione. Molti mi hanno riconosciuto per strada, ma non dei credenti. Erano dei signori e signore, e mi hanno chiamato a parlare nelle scuole, non cattoliche ma laiche. Pensavo che sarebbe stata una volta l’anno, o due. Ma le persone, tramite passaparola, mi hanno detto che bisognava che andassi a fare testimonianze. Non avevo previsto questo nella mia vita. E ho avuto bisogno di 12 anni di silenzio con Dio, come un ritiro.

 

 

RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE

“Se non ti riconcili con la tua storia, ti avveleni la vita… La tua storia ti sequestra. É come una prigione… La prigione peggiore non é stare dietro le sbarre. Ma essere prigionieri della propria storia… Il giorno che incontri il Big Boss, ti libererà perché ti toglie un peso. Ma tu non dimentichi, tu sai da dove vieni. E di colpo la vita fa sì che tu incontri altre persone. E tu avrai a cuore quella persona che ti ricorda come eri. Ti appassioni a lei perché anche lei possa scoprire quello che tu hai avuto la fortuna di scoprire. É lì che la memoria, senza Dio, diventa una prigione. Ma grazie Big Boss la tua memoria diventa un passaporto. Ti apre le frontiere della differenza. È un regalo”.

 

 

ONORA IL PADRE E LA MADRE

“Io non ho potuto dire “papà” a mio papa, né “mamma” a mia mamma. Non ho potuto. È stata una grande sofferenza interiore… Diventare papà da un punto di vista psicologico è un grande problema quando tu non sei stato figlio. Ho avuto bisogno di molti anni per non aver paura di essere un cattivo papà”.

 

 

NON UCCIDERE

“Quando vivi in solitudine, è come se la terra si rompesse, la nostra testa, il nostro cuore. E’ lì che la carezza del Big Boss diventa importante. Quando ho subito violenza da piccolo, volevo suicidarmi ed è stata una prostituta che mi ha visto e mi ha preso il viso fra le mani. E’ stata la prima persona che mi ha detto che avessi un bello sguardo e mi ha stretto al petto. Lei mi ha salvato la vita.  Avevo appena vissuto qualcosa di molto grave. Qualcosa di cui non sapevo l’esistenza. Avevo una pistola puntata alla testa. Tu puoi chiedere aiuto ma non serve a niente. Dopo sono andato a cercarla, per rivederla, non per fare cose con lei, ma per ringraziarla. Ma non sono mai riuscito a trovarla. Allora mi sono detto che quando sarò in cielo con Big Boss la ritroverò. Questo dimostra che ci sono delle carezze di Dio nella nostra vita. Non siamo noi che ce lo inventiamo. Non è mio padre che poteva consolarmi, non è mia madre. É Big Boss che mi ha consolato per mezzo di quella donna”.

 

NON COMMETTERE ADULTERIO

 

“Io ho vissuto molte cose prima di diventare credente. Ho avuto molta libertà amorosa prima di incontrare Dio. Anche io ho commesso adulterio. Perché non esiste un “vecchio Tim” e un “Nuovo Tim”. Sono uno solo. Non ero consapevole, questa è la differenza…. L’adulterio è una cosa che è alla portata di tutti, credenti e non credenti. É una porta che ognuno di noi può scegliere di aprire”.

 

NON RUBARE

“Non sono più un rapinatore di banche io oggi sono un ladro del cuore, dell’amore. Ci vuole immaginazione per incoraggiare chi soffre, sono diventato un rapinatore di amore per Dio. Ci vuole molta immaginazione per incoraggiare qualcuno che ha subito violenza, continuare ad amare qualcuno anche quando è violento”.

 

NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA

 

“La verità è una cosa molto semplice e molto dura… La verità che dici con amore e speranza non fa male. Ci sono delle verità che sono come delle pugnalate. Per me la verità è come la fa la mamma con i suoi uccellini. Lei spezza il cibo affinché i piccoli uccellini non soffochino. Allora la verità è bella quando è sempre in una dimensione di speranza”.

 

NON DESIDERARE

 

“Non ho bisogno delle cose degli altri, sono sempre stato contento se qualcuno è ricco… Si, io sono come tutti, ci sono dei giorni in cui c’è assenza di negatività e ci sono dei giorni in cui combatto contro la negatività. Sono un essere umano come tutti… Quando ero bambino non amavo gli esseri umani. non avevo fiducia negli esseri umani. Oggi sono nell’amore con le persone che incontro, è il paradosso della mia vita. Oggi amo le persone, amo molto i bambini feriti, parlo molto con bambini che hanno tante ferite. É una specie di paternità naturale. Prego molto per persone che non pregano. É la mia vocazione”.

16 Aprile 2019