L’ex Pm a ‘Soul’: “Bloccare la prescrizione è un male per gli imputati ma soprattutto per le vittime. Processo ThyssenKrupp si è salvato dalla prescrizione perché sapevamo dove mettere le mani. Se fai il magistrato non puoi fare politica”

Roma, 21 febbraio 2020. “Mi interessava molto giocare a calcio alla Sivori. Dovevo andare a giocare nelle giovanili della Juventus, perché ero bravo a dribblare”. Lo afferma l’ex Pm, Raffaele Guariniello, a Soul, il programma-intervista di Tv2000 in onda domenica 23 febbraio ore 20.30.
Guariniello nell’anticipazione di Tv2000 ricorda alcuni episodi e incontri significativi della sua carriera da magistrato tra questi quello con Gianni Agnelli: “Incontrai l’avvocato Agnelli per l’indagine sulle sale mediche della Fiat. Chi si infortunava veniva fatto rientrare prima che fosse guarito e sottoposto al giudizio di medici interni, quindi si trattava di violazione dello Statuto dei lavoratori. È stato un interrogatorio interessante. Sa come è avvenuto? Dato il personaggio, pensiamo, facciamolo di domenica, così nessuno se ne accorge. Alla domenica come sempre vado in ufficio, ma in bicicletta. Davanti al portone vedo Agnelli con l’avvocato Chiusano che fa: ‘Eccolo, eccolo’. E io pedalavo…a me è piaciuto perché ho avuto spesso occasione di sentire personaggi che cercavano di diminuire le proprie responsabilità, invece lui fu molto aperto, lo trovai di notevole spessore”.

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“Bloccare la prescrizione”, prosegue Guariniello a Tv2000, è “un male per gli imputati ma soprattutto per le vittime, il parente di un infortunato che si vede arrivare la sentenza dopo vent’anni… ma è un male reso necessario dal fatto che non si creano le strutture indispensabili per fare i processi. È molto comodo dire blocchiamo la prescrizione. Devi creare l’organizzazione per fare i processi in fretta. Da anni propongo una Procura Nazionale sulla sicurezza sul lavoro, specializzata, con competenze su tutto il territorio nazionale. Un processo complicato come quello della ThyssenKrupp si è salvato dalla prescrizione perché abbiamo impegnato due mesi e mezzo per fare le indagini. Eravate bravi, ci dicono. No, a fare quel processo è stato un gruppo specializzato, che sapeva dove mettere le mani”.
“Per me fare il magistrato – conclude Guariniello all’emittente della Cei – è una missione. Da svolgere senza darsi troppa importanza. Se fai il magistrato non puoi fare politica, se non facendo passare numerosi anni. Ancor peggio se un politico torna in magistratura. La gente deve sapere che il magistrato è libero non deve avere”.

21 Febbraio 2020