Livatino, postulatore: “Chiusa fase diocesana. Congregazione causa santi valuterà vita e presunto miracolo”
Roma, 8 ottobre 2015 – “Stiamo chiudendo la fase diocesana del processo di beatificazione partita il 21 settembre 2011. Poi inizierà la fase ‘romana’, la trasmissione degli atti alla Congregazione delle cause dei santi che valuterà in battuta finale l’eroicità della vita vissuta da Livatino e il presunto miracolo attribuito alla sua intercessione”. Lo ha rivelato stamane il postulatore della causa di beatificazione di Rosario Livatino, padre Giuseppe Livatino, a ‘Bel tempo si spera’ su Tv2000, mostrando, in esclusiva per Tv2000, i diari del magistrato assassinato dalla mafia 25 anni fa.
Il miracolo relativo all’intercessione “attribuito al servo di Dio, Rosario Livatino”, ha spiegato il postulatore, “è accaduto ad una donna che viveva nel nord Italia, Elena Valdetara Canale, affetta da morbo di Hodgkin. Nel 1993 la donna era allo stato terminale della malattia come testimoniano i certificati medici, la sue condizioni erano così fragili da non poter più procedere alla chemioterapia. Poi una notte Elena sognò un giovane inizialmente a lei sconosciuto, come raccontato dalla stessa, vestito in abiti sacerdotali, solo successivamente abbiamo scoperto che in realtà quel giovane indossava la toga da magistrato. Quell’uomo rassicurò la donna dicendo: ‘Non ti preoccupare perché festeggerai il 25° anniversario di nozze. La forza della guarigione è dentro di te’. Dopo questo messaggio di speranza qualcosa in Elena accadde e nel 1996 cominciò a migliorare. Nel 2000 venne dichiarata la guarigione. La donna riconobbe solo successivamente la figura che le era apparsa in sogno da una foto di giornale: quel giovane ragazzo con la toga era Rosario Livatino”.
Durante la trasmissione è intervenuto anche Salvatore Presti, il regista del docu-film ‘Luce verticale, Rosario Livatino’ che ha raccontato un episodio inedito: “Voglio citare un’intervista che non ho potuto inserire nel mio film. Alla mamma di Livatino venne chiesto se aveva perdonato gli assassini di suo figlio e lei rispose: ‘Anche se dentro di me ero spinta a non farlo, ho perdonato perché ho pensato a mio figlio e al Vangelo che teneva sopra la scrivania: Rosario avrebbe perdonato”. Il regista del documentario su Livatino ha infine voluto ricordare che “la visita di Giovanni Paolo II ai genitori di Rosario Livatino fu determinante perché da quell’incontro è cambiato l’atteggiamento della Chiesa verso la mafia”.
8 Ottobre 2015