Funes
Padre José Funes, Direttore dell’Osservatorio astronomico vaticano

Roma, 24 luglio 2015 – “Ci vorranno altri 10 anni per avere i telescopi, gli strumenti e la tecnologia che ci permettano di osservare l’atmosfera di questo pianeta e vedere se ci sono elementi che tracciano la vita, come sulla Terra, come l’ossigeno e il carbonio. Finché non arriviamo a questo punto, a cui probabilmente arriveremo, è molto difficile azzardare delle conseguenze”. Lo ha detto, il direttore della Specola Vaticana, José Gabriel Funes, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando la scoperta della Nasa di un nuovo pianeta ‘Kepler 452B’ simile alla Terra.
Il direttore dell’Osservatorio astronomico vaticano, ha spiegato che è necessario “avere pazienza” e bisogna “dare tempo alla ricerca di andare avanti perché non sappiamo la massa, la composizione chimica di questo pianeta. La ricerca scientifica, se fatta bene, richiede pazienza. Pazienza per confermare i risultati e pazienza per investire. I grandi progetti non si portano avanti senza l’investimento di tempo e soldi”.

“Non credo – ha aggiunto padre Funes – che troveremo la vita in atto. E’ possibile che troveremo dei pianeti che riuniscano le condizioni in cui si possa sviluppare la vita: pianeti dove forse è in processo lo sviluppo della vita. Più di questo non possiamo dire. L’unico caso di un pianeta che ospita la vita è il nostro. Abbiamo il pregiudizio della Terra per capire e conoscere altre forme di vita”.

452_B

Il gesuita ha ricordato che “sono già passati 20 anni dalla scoperta del primo pianeta extrasolare, cioè un pianeta che gira intorno ad un’altra stella”. La novità in particolare per questa scoperta è “che si tratta di un pianeta simile alla Terra, un 60% più grande del nostro pianeta classificato come ‘super-terra’, che gira intorno ad una stella che è simile al sole e si trova ad una distanza che corrisponde a quella che si chiama la zona di abitabilità. Una regione attorno alla stella, dove potrebbero esserci le condizioni per ospitare la vita. Questa è la grande novità di questa scoperta”.

Padre Funes, infine, precisa che i tanti soldi spesi per la ricerca spaziale non sono sprecati: “Penso che sia un modo molto bello di utilizzare le nostre risorse. Certamente queste missioni spaziali e i grandi telescopi costano tanto ma molto meno rispetto agli investimenti per le armi o altre cose che non aiutano l’umanità. L’umanità è curiosa e anche i poveri hanno il diritto di sapere di che cosa è fatto l’Universo. Anche i popoli più poveri hanno diritto a partecipare alla ricerca scientifica. La scienza dovrebbe aiutare anche ad essere un strumento di pace e giustizia”.

Vedi anche:

Mercoledì 29 luglio su Tv 2000 Speciale su Kepler  452 b, condotto da Letizia Davoli

L’intervista  a Josè Gabriel Funes

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24 Luglio 2015