Castigo senza delitto. Roberto Giannoni ha trascorso un anno in carcere, in regime di 41 bis, ma era innocente. Oggi ha deciso di tornare a Porto Azzurro da uomo libero, a fare il volontario. Una vicenda durata sei anni, sei mesi e sei giorni. In quel periodo, Roberto Giannoni ha perso il posto di lavoro, suo padre è morto di crepacuore un mese prima dell’inizio del processo, sua madre dopo la fine del processo, sfinita dall’angoscia. Sulla sua storia ha scritto e, diciamo così, “autoprodotto” un libro, Hotel Sollicciano – 12 mesi in una suite dello Stato a mezza pensione, in cui racconta la sua storia, il suo incubo e come funzionano le patrie galere («non l’ho chiamato Grand Hotel, ma solo Hotel perché non c’era la doccia in camera, era in comune con gli altri nel corridoio»), almeno, quelle che ha conosciuto lui. Il libro si può comprare. Basta scrivergli. Il suo indirizzo lo dà volentieri, non si nasconde, non si è mai nascosto. Basta scrivergli a Via dell’Unità 29 – 57029 – Venturina (Livorno).

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14 Ottobre 2016

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