Un doposcuola o un centro per l’impiego, un laboratorio per i vestiti usati o un punto di ascolto: sono innumerevoli i modi in cui anche i giovani possono lasciare il segno nelle proprie comunità. È per premiare questa creatività nel sociale, anche delle nuove generazioni, che torna per la quinta volta il concorso «I feel Cud», promosso per il quinto anno dal Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica. Leggi la storia che arriva da Roma.
Nella parrocchia di San Giovanni Battista de la Salle, nella zona sud di Roma, ci sono dei giovani che aiutano a cercare o a ritrovare un lavoro. L’anno scorso si sono aggiudicati uno dei premi messi in palio dal concorso «I feel Cud» e hanno potuto così dare il via ad un progetto (che comprenderà a breve anche la formazione) per rispondere alle urgenze occupazionali, partendo dai bisogni concreti della comunità parrocchiale. «Abbiamo realizzato www.sentierolavoro.it, un sito già online che funziona da bacheca: raccoglie infatti informazioni circa la domanda e l’offerta di lavoro, ma anche di formazione presenti sul territorio», spiega Caterina Amodio. «Questo strumento va ad aggiungersi alla sala con otto postazioni computer dove chi vuole, spesso quarantenni che hanno perso la loro occupazione, può avere indicazioni utili e rimettersi in moto», le fa eco Marco Ruopoli che insieme a Caterina, a un altro giovane e a un rifugiato politico, dopo un percorso spirituale con il viceparroco, don Alessandro Di Medio, nel 2013 hanno costituito «Sophia», una cooperativa di servizi. In altre parole, prima hanno creato un lavoro per sé e ora lo fanno per gli altri.

24 Aprile 2015

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