San Salvatore in Lauro - Mauro Monti

Dal 1669 è il Santuario di Roma dedicato alla Madonna di Loreto e dal 2007 è anche il centro di diffusione della spiritualità di Padre Pio; al suo interno custodisce la più antica copia della statua della Vergine Lauretana e conserva importanti reliquie del Santo di Pietrelcina: il suo sangue, il suo mantello, un suo guanto e la stola che indossava nel giorno dell’inaugurazione dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo.

In questo Giubileo Straordinario della  Misericordia indetto da Papa Francesco, la chiesa Santuario di San Salvatore in Lauro è stata scelta quale Chiesa ausiliaria, per offrire ai pellegrini la possibilità di confessarsi e di vivere un momento di preghiera con l’Adorazione eucaristica. Qui saranno trasportati i corpi di S. Pio e S. Leopoldo Mandic, prima di farli giungere in S. Pietro attraverso una solenne processione.

Siamo in via dei Coronari, la strada aperta da Sisto IV (1471 – 1484) per rendere più agibile il trasferimento del corteo papale in S. Pietro. Fu questa la prima strada diritta di Roma, tanto che fu detta via Recta. Per il fatto di rappresentare il passaggio più rapido verso la Basilica Vaticana, questa strada è sempre stata percorsa da un gran numero di pellegrini e col tempo vi si insediarono numerose botteghe di venditori di corone e immagini sacre e da qui il nome.

Si hanno notizie della chiesa di S. Salvatore in Lauro fin dal XII secolo e il titolo deriva molto probabilmente da un boschetto di lauri esistente nel luogo e al tempo della fondazione. Nel 1449 il cardinale Latino Orsini la eresse in forme gotiche con elementi pre-rinascimentali e la arricchì di notevoli opere d’arte. Purtroppo però, dopo soli 150 anni venne distrutta da un terribile incendio dal quale si salvarono soltanto il Santissimo Sacramento e l’immagine di S. Maria delle Grazie di Antoniazzo Romano che ora è conservata nel palazzetto di Sisto V adiacente alla chiesa. I lavori di ricostruzione furono affidati all’architetto bolognese Ottaviano Nonni, detto il Mascherino, che realizzò qui il suo capolavoro: le 20 colonne monolitiche di travertino della navata, costituiscono il primo esempio di colonne non incassate nel muro ma utilizzate come semplice motivo ornamentale; il risultato è un potente effetto di rilievo che movimenta tutto lo spazio interno.

I Piceni nel 1670 entrarono in possesso della chiesa e ne mutarono il titolo in S. Maria di Loreto, trasportando qui la veneratissima statua della Vergine lauretana.

Per erigere la facciata si dovette aspettare il 1862. È unica nel suo genere a Roma, in uno stile neoclassico non freddo ma molto armonioso. Sotto il timpano triangolare c’è un grande bassorilievo raffigurante la traslazione della casa di Maria operata da mani angeliche. In alto la grande iscrizione dedicatoria: MARIAE LAURETANAE PICENI PATRONAE.

L’interno è a croce latina con unica navata e cappelle laterali; il transetto ha braccia molto corte con tribuna.

Nella seconda cappella a destra, sul cui altare è esposta una bella tela di Alessandro Turchi, detto l’Orbetto, che raffigura l’apparizione della Vergine a San Carlo Borromeo, sono conservate le preziose reliquie di S. Pio da Pietrelcina.

La terza cappella a destra conserva sull’altare la splendida natività di Pietro da Cortona e alcuni paramenti liturgici di San Giovanni Paolo II: una sua casula, la veste liturgica indossata per celebrare la messa; un amitto, il rettangolo di tela di lino che copre le spalle del sacerdote, sotto il camice; una papalina e una porzione della maglia intrisa del suo sangue, fuoriuscito in seguito all’attentato del 1981.

Nella tribuna troneggia la statua della Vergine Lauretana; un tempo racchiusa in una nicchia d’argento è ora in una semplice nicchia di legno finemente decorata. È incastonata in un grandioso fondale a stucco, con gloria di angeli. Si tratta di una Madonna Nera rivestita di un caratteristico manto ingioiellato detto dalmatica. Il volto scuro, comune alle icone più antiche, spesso era causato dal fumo delle lampade ad olio e delle candele, ma talvolta si sceglieva di rappresentare in questo modo la Madonna, in riferimento al versetto “bruna sono, ma bella” del Cantico dei Cantici (Ct 1,5).

Sull’altare della cappella del transetto di sinistra, il veneratissimo Crocifisso di Sirolo, copia di quello che si venera nelle Marche. La devozione a questa immagine è nata contemporaneamente alla Confraternita dei Piceni perché era solito dire: «Chi va a Loreto e non va a Sirolo, vede la Madre e non vede il Figliolo». E dunque è presto spiegato il desiderio di averne una copia nella chiesa nazionale di Roma.

In sacrestia è presente una vera rarità: una lapide sepolcrale del 1536 scritta in lingua volgare sulla quale è descritta la disperazione del muratore mastro Antonio De Treda per la scomparsa della moglie e della figlia, la “disgraziata” (così viene descritta) Caterina.

Da un portone subito a sinistra della facciata, si accede al chiostro, vero capolavoro del Rinascimento con due ordini di loggiato: il primo a colonne in pietra e il secondo in laterizi. Sopra il portale dell’aula capitolare l’unico busto rimasto del Cardinale Latino Orsini, fondatore della chiesa e del convento.

Mauro Monti


 

Preghiera di San Giovanni Paolo II a San Pio da Pietrelcina:

Insegna anche a noi, ti preghiamo, l’umiltà del cuore per essere annoverati tra i piccoli del Vangelo ai quali il Padre ha promesso di rivelare il misteri del suo Regno.
Ottienici uno sguardo di fede capace di riconoscere prontamente nei poveri e nei sofferenti Il volto stesso di Gesù.
Sostienici nell’ora del combattimento e della prova e, se cadiamo, fa che sperimentiamo la gioia del sacramento del perdono.
Trasmettici la tenera devozione Verso Maria, madre di Gesù e nostra.
Accompagnaci nel pellegrinaggio terreno Verso la Patria beata, dove speriamo di giungere anche noi per contemplare in eterno la Gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Joannes Paulus II

 

Supplica alla Madonna di Loreto

O Immacolata Madre di Dio, Vergine Lauretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli oggi la nostra umile preghiera. L’umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola. Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano da tuo Figlio.

O Madre! Tu portasti il Salvatore Divino nel tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella Santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i suoi esempi che conducono alla salvezza. Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla tua Casa benedetta. Per la presenza della tua Famiglia essa è la Casa Santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Te, o Maria, ogni donna apprenda l’umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.

Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio; per questo Ti preghiamo affinché Tu ci ottenga che ognuna imiti la Tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il Tuo Figlio divino. Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, Egli uscì da questa Casa Santa per far sentire la sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle Sante Mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l’eco della Sua parola onnipotente che illumina e converte.

Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la Chiesa Universale, per l’Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinché tutti divengano discepoli di Dio. O Maria, in questo giorno di grazia, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell’Arcangelo Gabriele: Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te!

Noi Ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani.

Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta del Cielo; ave, Stella del Mare! Salga a Te la nostra supplica. Ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti.

Amen.

Invocazioni alla Vergine di Loreto

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   prega per me

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   proteggimi

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   guariscimi

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   addolcisci le mie pene

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   intercedi per me

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   proteggi i miei cari

Immacolata Madre di Dio, Vergine di Loreto   assistimi nell’ora della morte

 

Continua il viaggio con il Pellegrino, qui tutti gli altri itinerari: www.tv2000.it/diariodiunpellegrino

 

2 Febbraio 2016

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