Marco Baliani ospite di Michele Sciancalepore a “Retroscena – i segreti del teatro”. Intervista esclusiva con il grande affabulatore in occasione del suo ultimo spettacolo ‘Trincea’ che le telecamere di Retroscena hanno ripreso durante una messinscena dedicata al nostro programma.  L’assolo di Marco Baliani ci trasporterà  ‘indietro nel tempo’ ai giorni della Grande Guerra e sia attraverso la sua narrazione che il faccia a faccia che ne è seguito ci svela l’horror vacui, l’orrore della guerra e il vuoto dei valori. L’attore e autore ci propone una visione claustrofobica e “corporale” della pratica bellica privilegiando il punto di vista di un singolo soldato anonimo e senza una precisa nazionalità, un classico “milite ignoto” che si lancia in un agghiacciante sfogo contro la disumanità e l’insensatezza di quell’assurda mattanza del ’15-18. Tra dettagli cruenti, rivelazioni inedite, atrocità che mortificano la dignità di ciò che resta di un uomo, Baliani scava dentro la disgregazione spirituale, la crisi della fede e l’alienazione del concetto di Patria. E lo fa con le parole e con il corpo, con una mirabile narrazione e un altrettanto spiazzante ed evocativa “danza macabra”.   A seguire il nostro viaggio nel tempo continua nell’Europa della Santa Inquisizione dove un sapere semplice e  antico è stato confuso e perseguito come un maleficio da estirpare a ogni costo. È la scena entro la quale si svolge il monologo “Stria” – scritto,  diretto e interpretato da Claudia Donadoni – dedicato ai processi alle streghe del Varesotto (‘Stria’ in dialetto veneto vuol dire proprio strega). Gli inquisitori non vogliono ascoltare le ragioni della giovane contadina Rusina nonostante la sua  conoscenza della terra non abbia nulla di soprannaturale e per questo la condanneranno al rogo. Sebbene ambientato tra il ‘500 e il ‘600 lo spettacolo affronta temi attuali e interessanti quali la fede, il dubbio, il senso della giustizia, il ruolo del capro espiatorio nella storia e la condizione femminile. Anche in questo caso intervista e riprese esclusive per le telecamere di Retroscena.  In conclusione di puntata, in occasione del secondo anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II il musical in due atti di Sabrina Moranti: ‘Uomo tra gli uomini. Cos’è la santità se non un sì’ . Tra suggestive scenografie, musiche e coreografie, sul palcoscenico si rivivono eventi di storia contemporanea che trasportano il pubblico dal Muro di Berlino al Muro del Pianto di Gerusalemme, dalle baraccopoli dell’India alle strade di Roma. Il tutto a partire dalle ore 21.37 dell’ormai storico sabato del 2 aprile 2005, quando migliaia di fedeli si radunarono in piazza San Pietro per dare l’ultimo commosso saluto al Papa. Un musical non narrativo ma evocativo del santo Papa polacco in cui la figura di Wojtyla non appare mai sulla scena ma evocato solo attraverso ricordi, racconti, esperienze, fotogrammi di vita di gente comune, in un continuo equilibrio tra bene e male.

27 Maggio 2016

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