La Gmg inizia con la pioggia
La Gmg inizia con la pioggia

All’inizio c’è stata la pioggia. Poi la marcia macchiata di colori lungo la Vistola infine solo la gioia. Scocca l’ora attesa per tre anni e sul prato di Blonia, avvezzo a raduni oceanici ed eventi, si apre la giornata mondiale della Gioventù, numero 31. Il pastore di casa, il card. Dziwisz saluta in tutte le lingue. Rispondono incuranti della fatica accumulata in ore bollenti nel cuore di Cracovia, tra file interminabili e misure di sicurezza rigorose, i ragazzi arrivati da tutti i continenti. Rispondono al saluto del successore e segretario del Santo che ha inventato l’abbraccio tra il pontefice e i giovani del pianeta. Salgono le reliquie di Giovanni Paolo II sul palco bianco che illumina l’orizzonte, insieme a quelle della santa, Faustina Kowalska, che con la sua vita ha gridato la potenza e l’amore della Divina Misericordia. Centinaia di migliaia di volti, guardano alla croce che svetta, e raccontano muti, una generazione che vuole parlare il linguaggio dell’amore, della fraternità, della solidarietà e della pace, in un mondo e in un’Europa impazziti, attraversati da schegge di follia e fondamentalismo. Preghiamo per il prete ucciso in Francia e per tutte le vittime del terrorismo, chiede l’arcivescovo di Cracovia aprendo la liturgia. Nell’omelia del Card. Dziwisz, il racconto di giovani che portano la ricchezza di culture e tradizioni diverse, fede e santità, ragazzi che vengono da zone di guerra e persecuzione, altri che hanno sperimentato violenza e terrorismo.Tra loro i giovani francesi, ancora scossi dai fatti di Rouen, ma anche i tanti ragazzi arrivati in una paese che ha conosciuto nel corso dei secoli sofferenze e dittature, per incontrare Cristo e sperimentare l’universalità di una chiesa che va oltre i confini e le divisioni degli uomini. Raccogliete la sfida, invita l’arcivescovo di Cracovia, di giorni intensi e faticosi. Ai tanti ragazzi chiede di ascoltare i pastori, ma soprattutto la voce di Papa Francesco, sperimentando l’amore misericordioso del Signore. “La fiamma dell’amore avvolga tutto il mondo”, conclude Dziwisz affinché non esistano più egoismo, violenza e ingiustizia, e si rafforzi la civiltà del bene e della riconciliazione, dell’amore e della pace. Unica condizione Spalancare le porte del cuore a Cristo. Lo stesso grido lanciato quasi 28 anni fa dal Papa polacco.

26 Luglio 2016

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