Magnus, che nome altisonante. Magnus Mac Farlane Barrow, invece, non è Grande per pompa o stirpe o imprese. Anche se è un’impresa l’opera che lo coinvolge da quando, a 15 anni, va col fratello a fare un pellegrinaggio a Medjugorje, e cambia. Cambia il suo rapporto con la vita, con Dio. Assume il compito che sente voluto per sé: possiamo fare qualcosa per sostenere il bisogno dei nostri fratelli. Quando scoppia la guerra in Bosnia, ricorda quel luogo di preghiera, frequentato da tanti pellegrini perseguitati, e decide di lanciare un appello agli abitanti della sua contea, in Scozia. E’ già grande, lavora nell’azienda ittica di famiglia. La gente risponde, e tanto, con una gratuità inimmaginabile, e Magnus affitta un camion e parte, per distribuire cibo e vestiti. In un anno, 23 viaggi. In un anno, decide di rinunciare al lavoro, e di darsi all’aiuto dei poveri. Dalla Bosnia alla Romania, dall’Europa all’Africa, all’Asia, al sud America. Nasce una onlus, poi diventa Mary’s meal, il cibo di Maria. La Madonna, che muove la carità, è l’origine del suo donare, tempo, vita, tutto. Ha una moglie ora, un’infermiera volontaria conosciuta proprio nella miseria della guerra bosniaca. Con lei avrà sette figli, e con lei porta avanti la più grande organizzazione umanitaria cattolica. Solo contributi volontari, e di piccoli donatori. Per portare cibo, ma prima ancora educazione, cioè scuole. Per rispetto della dignità delle persone, che non vanno solo assistite, ma poste in grado di diventare artefici del proprio futuro. E l’educazione dà gli strumenti e la forza per costruirlo. Oggi Mary’s meal sfama e veste oltre un milione di bambini, in 17 paesi del mondo, non importa in che regime, di che regione. Cercando il dialogo, l’incontro, e servendosi delle mani e del cuore di tutti. Un esempio? Chi gestisce le mense e le scuole sono volontari locali, quasi sempre madri, sorelle, figlie, ben liete di contribuire a crescere i propri fratelli e figli. Mary’s meal è diversa dunque da molte onlus che attraverso i poveri cercano guadagno e potere. Ha uno stipendio essenziale, Magnus, ha i figli dalla sua parte, e vive nella stessa casa di campagna dove si trova la baracca che è stata il magazzino delle prime raccolte di aiuti. Sorride sempre, Magnus, sa che non può sovvenire alle necessità di tutti, ma come Madre Teresa non si lamenta di essere una goccia in un mare di bene. Dio si serve della nostra piccolezza per fare cose grandi. Dio che non è sbandierato, ma è il motore di un amore totale, che spacca le montagne e trasforma la faccia della terra. Se non è da Nobel per la pace, uno così. Non per la fiducia in un premio discusso discutibile, ma perchè per una volta il denaro del Premio sarebbe certamente ben speso.

28 Ottobre 2016

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