Nel mio nuovo romanzo ‘La natura esposta’ io e il protagonista “coincidiamo nel sentimento di essere non credenti però non atei. Perché l’ateo è colui che esclude la divinità anche dalla vita degli altri. Invece il non credente esclude la divinità solo dalla propria vita”. Lo ha detto lo scrittore Erri De Luca ai microfoni di Luigi Ferraiuolo per ‘Terza pagina’, l’approfondimento culturale del Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
“La divinità – ha spiegato lo scrittore – esiste nelle persone che sanno rivolgersi, hanno un rapporto e un’intimità con Dio. Le possono dare del ‘tu’ nelle preghiere, dove con la divinità ci si scambia il pronome ‘tu’. Padre Nostro che ‘sei’ nei cieli e non che ‘siete’ nei cieli. C’è un rapporto diretto”.
“Ho visto tanti cattolici agire – ha raccontato Erri De Luca – durante gli anni della guerra in Bosnia. In quel periodo li frequentavo di più perché facevo l’autista dei loro convogli. Li ho visti agire in questa energia e in questo rivolgimento diretto alla divinità che in loro era un moltiplicatore di potenza, una capacità di efficienza”.
Erri De Luca ha inoltre rivelato di aver “scoperto” il timore dell’amore “leggendo la scrittura sacra, non lo sapevo prima, Si dice del timor di Dio. Questo non significa che Dio ti prende a scappellotti e t’incombe qualche catastrofe. E’ il timore di non avere più un rapporto con Dio. Il timore di Abramo è quello di non sentire più Dio”.
Nel romanzo ‘La natura esposta’, ha concluso lo scrittore, emerge “una Chiesa nuova che cerca di tornare alle sue origini. Siamo contemporanei del tentativo di questo Papa nuovo: tornare alle origini del messaggio cristiano, quello più impegnativo nei confronti della specie umana e della fraternità”.

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28 Novembre 2016

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