L’emittente della Cei racconta una storia di accoglienza ‘produttiva’. Migranti nei laboratori d’italiano, cucina, sartoria e ripristinano anche vigne per produzione del vino bianco. 

Circa 240 migranti ospitati nell’ex Ospedale S. Raffaele a Coronata, sulle alture di Genova Cornigliano. Un luogo di abbandono trasformato in luogo di accoglienza e speranza. La storia è raccontata in un documentario prodotto da Tv2000 che sarà trasmesso a Genova il 3 luglio 2017, alle ore 17.30, presso il Museo della Commenda di Prè durante il Convegno ‘Progetto Sociale Coronata. Il dovere dell’accoglienza: il contributo degli Enti locali e delle aziende di Servizio Pubblico Locale’ e in onda sull’emittente della Cei nei giorni successivi all’evento.
Il progetto Coronata è nato da un’iniziativa dell’Arcidiocesi di Genova con la collaborazione della Prefettura, del Comune e del mondo dell’associazionismo con i volontari e i migranti accolti.
La cessione dei territori in comodato d’uso, da parte del Comune di Genova, all’Arcidiocesi genovese, ha dato il via al ripristino di parte dell’edificio e al recupero e messa in sicurezza dei terreni, un tempo largamente coltivati a vigna.
Oggi la struttura ospita circa 240 migranti che frequentano giornalmente i numerosi laboratori offerti dai volontari delle associazioni coinvolte tra cui S. Egidio e la Cooperativa Un’Altra Storia: scuola di italiano, servizio cucina e sala, scuola di sartoria e falegnameria, edilizia e idraulica. Inoltre grazie alla collaborazione di alcuni residenti è iniziata anche l’opera di ripristino delle vigne circostanti l’edificio con l’idea tra qualche anno di tornare a produrre il vino la ‘bianchetta’ di Coronata.
“Il progetto di accoglienza dei migranti a Coronata – sottolinea il direttore generale di Tv2000, Lorenzo Serra – dimostra che fare accoglienza è assolutamente possibile. Quanto più è viva tanto più muove la città, le istituzioni, gli enti, le associazioni ma soprattutto le persone. L’esperienza di Genova è un segno positivo e virtuoso del nostro tempo che è giusto e doveroso raccontare perché possa diventare di esempio ed essere replicata anche altrove”.

30 Giugno 2017

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