Lunedì 2 aprile ore 19 – Una delle ultime interviste televisive ad Emiliano Mondonico, recentemente scomparso, in onda a Sport2000, il programma sportivo condotto da Giampiero Spirito, su Tv2000. “Il pallone è sempre stato mio amico”. raccontava l’ex allenatore italiano ospite dell’emittente della Cei. “Vivevo in una trattoria in riva al fiume lontano dal paese e i miei genitori erano obbligati a servire i clienti. Io ragazzino prendevo il pallone sotto braccio con i miei 10-15 cagnolini e andavo in mezzo al bosco, dove le piante erano gli avversari e le dribblavo con il pallone”.

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“Quando non ce la facevo più – continuava Mondonico – mi addormentavo, i cagnolini andavano a casa e veniva mia madre con i cagnolini a portarmi a casa. Il pallone è stato sempre al centro della mia vita”.
“Dentro di me – proseguiva Mondonico – avevo la grande aspirazione di giocare in serie A perchè per me era il massimo per chi amava il pallone e il calcio. Sono poi arrivato a giocare in Serie A ma immaturo come non mai. E invece di dire ‘adesso si comincia’ nella mia testa c’era il pensiero di aver raggiunto quello che avevo cercato per tutta la vita. Da lì non sono riuscito a portare avanti il mio discorso col calcio a livello professionale”.
“Avevo un grandissimo rapporto con la mia famiglia – sottolineava Mondonico – ma soprattutto c’era un grandissimo rapporto con la mia ragazza Carla conosciuta io in seconda media, lei in quinta elementare che poi ho sposato a 27 anni. E la cosa più bella, oltre il pallone, che ho avuto in quegli anni è stato proprio questo amore per questa ragazzina”.

E infine l’attenzione di Mondonico verso gli altri: “La vita con me è stata benevola: io innamorato del pallone sono riuscito ad arrivare in serie A, ho fatto l’allenatore e ho avuto tantissime esperienze positive e negative. Mi sono dunque sentito in dovere di aiutare gli altri. Fino ad una certa età pensavo che per aiutare gli altri bastava mettere a Natale 100 euro nella busta e consegnarla. Poi mi sono accorto che per aiutare gli altri bisogna frequentarli ma senza andare in giro per il mondo, basta farlo sul pianerottolo di casa. Vicino a te c’è sempre qualcuno che ha bisogno. Nel calcio quando fai gol è il momento più bello, per tanti giovani in difficoltà fare gol significa alzarsi la mattina non pensare alle dipendenze ma solo alla vita che ti aspetta”.  

29 Marzo 2018

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