Papa Leone XIV, nella Basilica romana di Sant’Agostino in Campo Marzio, ha presieduto la Messa per l’apertura del 188° Capitolo Generale dell’Ordine di Sant’Agostino (Agostiniani).

L’omelia del Papa

Carissimi fratelli,
celebriamo questa Eucaristia all’inizio del Capitolo Generale, momento di grazia per l’Ordine
Agostiniano e per tutta la Chiesa.
Nella S. Messa votiva dello Spirito Santo, chiediamo che sia Lui, per il quale l’amore di Cristo
abita nei nostri cuori (cfr Rm 5,5), a guidare giorno per giorno il vostro lavoro.
Un antico autore, parlando della Pentecoste (cfr At 2,1-11), la descrive come un «sopravvento
abbondante e irresistibile dello Spirito» (DIDIMO IL CIECO, De Trinitate, 6, 8: PG 39, 533). Chiediamo
al Signore che sia così anche per voi: che il suo Spirito abbia il sopravvento su ogni logica umana, in
modo “abbondante e irresistibile”, perché veramente la Terza Persona divina divenga la protagonista
dei giorni a venire.
Lo Spirito Santo parla, oggi come nel passato. Lo fa nei “penetralia cordis” e attraverso i
fratelli e le circostanze della vita. Per questo è importante che il clima del Capitolo, in armonia con
la tradizione secolare della Chiesa, sia un clima di ascolto, ascolto di Dio e degli altri.
Meditando sulla Pentecoste, il nostro Padre Agostino, rispondendo alla domanda provocatoria
di chi chiedeva perché, oggi, non si ripeta, come un giorno a Gerusalemme, il segno straordinario
della “glossolalia”, fa una riflessione che penso possa tornarvi molto utile nel mandato che state per
compiere. Dice: «In un primo momento ciascun fedele […] parlò tutte le lingue […]. Ora l’insieme
dei credenti parla in tutte le lingue. Perciò anche ora tutte le lingue sono nostre, poiché siamo membra
del corpo che parla» (Sermo 269, 1).
Carissimi, qui, insieme, voi siete membra del Corpo di Cristo, che parla tutte le lingue. Se non
tutte quelle del mondo, certamente tutte quelle che Dio sa necessarie al compimento del bene che,
nella sua provvidente sapienza, vi affida.
Vivete, perciò, questi giorni in uno sforzo sincero di comunicare e di comprendere, e fatelo
come risposta generosa al dono grande e unico, di luce e di grazia, che il Padre dei Cieli vi fa
convocandovi qui, proprio voi, per il bene di tutti.
E veniamo a un secondo punto: fate tutto questo con umiltà. Sant’Agostino, commentando la
varietà dei modi in cui lo Spirito Santo, nei secoli, si è effuso sul mondo, legge tale molteplicità come
un invito per noi a farci piccoli di fronte alla libertà e all’imperscrutabilità dell’agire di Dio (ivi, 2).
Nessuno pensi di avere da sé tutte le risposte. Ciascuno condivida con apertura ciò che ha. Tutti
accolgano con fede ciò che il Signore ispira, nella consapevolezza che «quanto il cielo sovrasta la
terra» (Is 55,9) tanto le sue vie sovrastano le nostre vie e i suoi pensieri i nostri pensieri. Solo così lo
Spirito potrà “insegnare” e “ricordare” ciò che Gesù ha detto (cfr Gv 14,26), incidendolo nei vostri
cuori perché da essi se ne diffonda l’eco nell’unicità e irripetibilità di ogni battito.
C’è però ancora un punto di riflessione che vorrei sottolineare di ciò che la Liturgia della
Parola oggi ci propone: il valore dell’unità.
Nella prima Lettura San Paolo, parlando della comunità di Corinto, ne fa una descrizione che
si può applicare facilmente a questa assemblea. Anche qui, infatti «a ciascuno è data una
manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune» (1Cor 12,7), anche qui «tutte queste
cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole» (v. 11) e anche di
voi si può dire che «come […] il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo,
pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo» (v. 12).
L’unità sia un oggetto irrinunciabile dei vostri sforzi, ma non solo: sia anche il criterio di
verifica del vostro agire e lavorare insieme, perché ciò che unisce è da Lui, ma ciò che divide non
può esserlo.
In proposito, ci viene ancora in aiuto Sant’Agostino che, sempre commentando il miracolo di
Pentecoste, osserva: «Come allora le diverse lingue che un uomo poteva parlare erano il segno della
presenza dello Spirito Santo, così ora è l’amore per l’unità […] il segno della sua presenza (ivi, 3). E
continua: «Come infatti gli uomini spirituali godono dell’unità, quelli carnali cercano sempre i
contrasti» (ibid.). Si chiede perciò: «Quale forza maggiore della pietà che l’amore per l’unità?» e
conclude: «Avrete lo Spirito Santo quando acconsentirete che il vostro cuore aderisca all’unità
attraverso una carità sincera» (ibid.).
Ascolto, umiltà e unità, ecco tre suggerimenti utili che la liturgia vi dona per i prossimi giorni.
L’invito è a farli vostri, rinnovando la preghiera che abbiamo rivolto al Signore all’inizio di
questa Celebrazione: «Lo Spirito Paraclito, che procede da te, o Padre, illumini le nostre menti e,
secondo la promessa del tuo Figlio, ci guidi a tutta la verità» (cfr MESSALE ROMANO, S. Messa votiva
dello Spirito Santo, B, Colletta).

1 Settembre 2025

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