dal lunedì al venerdì ore 17:30

Con l’avvicinarsi del Pre-Sinodo, abbiamo incontrato un gruppo di giovani della Comunità Cattolica Shalom guidati da Padre Edie Bethel. Con loro abbiamo parlato del cammino di discernimento che la comunità con una serie di incontri di preghiera, adorazione e formazione che si tengono nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma.
Con Lorenzo De Luca e Chiara Rondoletti, ed altri giovani abbiamo letto in chiave personale le parole del Papa nell’Angelus di ieri e nell’Omelia di Santa Marta del mattino.

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IN EVIDENZA

Maria Abunassar: “La gioia del cristiano” Lorenzo De Luca: “Ciò che conta è la domanda”
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ANGELUS

Leggere da dentro ciò che il signore ci chiede

Papa: Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il Vangelo di oggi presenta, nella versione di Giovanni, l’episodio in cui Gesù scaccia i venditori dal tempio di Gerusalemme (cfr Gv2,13-25). Egli fece questo gesto aiutandosi con una sferza di cordicelle, rovesciò i banchi e disse: «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (v. 16). Questa azione decisa, compiuta in prossimità della Pasqua, suscitò grande impressione nella folla e l’ostilità delle autorità religiose e di quanti si sentirono minacciati nei loro interessi economici. Ma come dobbiamo interpretarla? Certamente non era un’azione violenta, tant’è vero che non provocò l’intervento dei tutori dell’ordine pubblico: della polizia. No! Ma fu intesa come un’azione tipica dei profeti, i quali spesso denunciavano, in nome di Dio, abusi ed eccessi. La questione che si pose era quella dell’autorità. Infatti i Giudei chiesero a Gesù: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?» (v. 18), cioè quali autorità tu hai per fare queste cose? Come a richiedere la dimostrazione che Egli agiva davvero in nome di Dio.

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NON FARE DELLA NOSTRA ANIMA UN MERCATO

Papa: Siamo chiamati a tenere sempre presenti quelle parole forti di Gesù «Non fate della casa del Padre mio un mercato!» (v. 16). È molto brutto quando la Chiesa scivola su questo atteggiamento di fare della casa di Dio un mercato. Queste parole ci aiutano a respingere il pericolo di fare anche della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore generoso e solidale. Questo insegnamento di Gesù è sempre attuale, non soltanto per le comunità ecclesiali, ma anche per i singoli, per le comunità civili e per la società tutta. È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti. E’ un pericolo grave, specialmente quando strumentalizza Dio stesso e il culto a Lui dovuto, oppure il servizio all’uomo, sua immagine. Perciò Gesù quella volta ha usato “le maniere forti”, per scuoterci da questo pericolo mortale.

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SANTA MARTA

Papa: La Chiesa ci dice che le nostre opere devono convertirsi, e ci parla del digiuno, dell’elemosina, della penitenza: è una conversione delle opere. Fare opere nuove, opere con lo stile cristiano, quello stile che viene dalle Beatitudini, in Matteo 25: fare questo. Anche la Chiesa ci parla della conversione dei sentimenti: anche i sentimenti devono convertirsi. Pensiamo per esempio alla Parabola del Buon Samaritano: convertirsi alla compassione. Sentimenti cristiani. Conversione delle opere; conversione dei sentimenti; ma, oggi, ci parla della ‘conversione del pensiero’: non di quello che pensiamo, ma anche di come pensiamo, dello stile di pensiero. Io penso con uno stile cristiano o con uno stile pagano? Questo è il messaggio che oggi la Chiesa ci dà”.

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La fotogallery della puntata

5 Marzo 2018