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Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Arcivescovo Maggiore di Kyiv– Halyc, ha parlato della sua amicizia con Bergoglio, nata quando entrambi vivevano a Buenos Aires, raccontando l’episodio sulla Madonna della Tenerezza che li lega e di cui Papa Francesco ha parlato, ieri, in visita alla Basilica di Santa Sofia a Roma.

Con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, abbiamo ripercorso i momenti più significativi della visita di ieri  dalla preghiera per la risoluzione del conflitto in Ucraina all’incoragiamento alle donne ucraine che vivono in Italia.
In conclusione abbiamo commentato Santa Marta, in cui ha ripreso la storia di Davide sull’umiliazione come elemento fondamentale per riconoscere l’umiltà.

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IN EVIDENZA

“L’icona nella stanza di Bergoglio” “Umiltà è conoscere se stessi”
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Portate la tenerezza di Dio

Papa: Vorrei anche rivolgere un pensiero riconoscente alle tante donne – ho parlato un po’ a braccio di questo, mi ripeto – che nelle vostre comunità sono apostole di carità e di fede. Siete preziose e portate in molte famiglie italiane l’annuncio di Dio nel migliore dei modi, quando con il vostro servizio vi prendete cura delle persone attraverso una presenza premurosa e non invadente. Questo è molto importante: non invadente…, [fatta di] testimonianza… E allora [fa dire]: “Questa donna è buona…”; e la fede viene, viene trasmessa la fede. Vi invito a considerare il vostro lavoro, faticoso e spesso poco appagante, non solo come un mestiere, ma come una missione: siete i punti di riferimento nella vita di tanti anziani, le sorelle che fanno loro sentire di non essere soli. Portate il conforto e la tenerezza di Dio a chi, nella vita, si dispone a prepararsi all’incontro con lui. È un grande ministero di prossimità e di vicinanza, gradito a Dio, di cui vi ringrazio. E voi, che fate questo mestiere di badanti degli anziani, vedete che loro vanno al di là, e forse li dimenticate, perché ne viene un altro, e un altro… Sì, ricordate i nomi… Ma saranno loro ad aprirvi la porta, lassù, saranno loro.

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Una preghiera per L’Ucraina

Papa: Comprendo che, mentre siete qui, il cuore palpita per il vostro Paese, e palpita non solo di affetto, ma anche di angoscia, soprattutto per il flagello della guerra e per le difficoltà economiche. Sono qui per dirvi che vi sono vicino: vicino col cuore, vicino con la preghiera, vicino quando celebro l’Eucaristia. Lì supplico il Principe della Pace perché tacciano le armi. Gli chiedo anche che non abbiate più bisogno di compiere immani sacrifici per mantenere i vostri cari. Prego perché nei cuori di ciascuno non si spenga mai la speranza, ma si rinnovi il coraggio di andare avanti, di ricominciare sempre. Vi ringrazio, a nome della Chiesa intera, mentre a tutti voi e alle persone che portate nel cuore do la mia Benedizione.

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SANTA MARTA

Non c’è umiltà senza umiliazione

Papa: Sempre c’è la tentazione di lottare contro quello che ci calunnia, contro quello che ci fa l’umiliazione, che ci fa passare vergogna, come questo Simeì. E Davide dice: “No”. Il Signore dice: “No”. Quella non è la strada. La strada è quella di Gesù, profetizzata da Davide: portare le umiliazioni. “Forse il Signore guarderà alla mia afflizione e mi renderà il bene in cambio della maledizione di oggi”: portare le umiliazioni in speranza. Non c’è umiltà senza umiliazione.

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La fotogallery della puntata

29 Gennaio 2018