Accanto ai grandi martiri dei primi anni del secondo secolo, troviamo anche un ortolano, di nome Foca, abitante a Sinope, nel Ponto Eusino. Era apprezzato e benvoluto da tutti per la sua generosità e la sua ospitalità e di queste sue virtù diede una commovente dimostrazione agli stessi carnefici, incaricati di eseguire la sentenza capitale pronunciata contro di lui. Entrati in casa sua per avere delle indicazioni, furono generosamente invitati a pranzo dall’ortolano. Mentre i due si rifocillavano, Foca andò nell’orto a scavarsi la fossa; quindi tornò in casa e dichiarò la propria identità ai carnefici, pregandoli di non porre indugi all’esecuzione della sentenza. Fu accontentato e pochi istanti dopo il suo corpo cadeva nella fossa appena scavata.

5 Marzo 2020