Martedì in seconda serata

Due eroine protagoniste della 27ª puntata di Retroscena in onda martedì 17 aprile su Tv2000, una che proviene dal mito e dalla tragedia greca, l’altra dalla contemporaneità e dalla vita quotidiana. Entrambe sacrificano la propria vita, la prima per un’ideale e la seconda per dare e ricreare la vita.

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Si parte dall’antica Grecia e da “Antigone” protagonista della tragedia di Sofocle del V secolo a.C. messa in scena dall’immaginifico regista Federico Tiezzi con protagonisti Sandro Lombardi e Lucrezia Guidone e andata in scena al Teatro Argentina di Roma. Le telecamere di Retroscena hanno seguito le prove di questo spettacolo al centro del quale c’è lo scontro tra l’eroina sofoclea e Creonte, il re di Tebe che, con un editto, nega la sepoltura a Polinice, fratello della donna, morto sotto le mura della città combattendo contro la sua stessa patria (e contro suo fratello Eteocle, che gli aveva sottratto il regno). Antigone, ribellandosi all’ordine del sovrano, affronta la morte per tenere vivi i valori della religione.

Il regista ambienta la vicenda in quella che potrebbe essere un’aula d’anatomia «dove viene messo sotto la lente d’ingrandimento il corpo del testo, della tragedia, della classicità che va vivisezionato con gli strumenti del teatro, della recitazione e del linguaggio teatrale – rivela Tiezzi – per cercare di entrare ancora più a fondo all’interno di quest’opera per me sublime».

Nella seconda parte, invece, Michele Sciancalepore ha incontrato, nelle campagne bolognesi, un’altra eroina dei nostri tempi, Ginetta Maria Fino, una donna, una madre, una moglie e un’artista incredibile. Con “Sur les bords de la France” Ginetta ha portato in scena la sua storia personale che parte da quando era una bimba migrante e che passa attraverso il suo calvario di moglie in grado di riportare alla vita, dopo un coma profondo, suo marito Pino grazie al suo amore e grazie soprattutto al teatro. Una sorta di Via Crucis la sua, durante la quale Ginetta impara a rianimare e a riamare Pino che era diventata un’altra persona con i suoi handicap evidenti: «Ho lottato contro sorella morte e abbiamo vinto entrambe –svela la donna in modo spiazzante – perché il Pino di prima non c’è più, è morto e ho dovuto riscoprire l’amore per un nuovo Pino». E a suggello di questa incredibile esperienza cita i versi finali di una sua poesia: «Icona di quello che fosti, feticcio onnipresente, t’amo».

In conclusione, come sempre, la nostra “sand artist” Gabriella Compagnone con la sua emozionante creazione artistica sulla sabbia, e l’imperdibile appuntamento con la rubrica “CheTeatroFa”, la mappa degli appuntamenti e delle “temperature” teatrali più significative della nostra penisola in stile meteo.

 

12 Aprile 2018

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  • Il libro di Retroscena