Costruire la pace in un mondo segnato dalla guerra: tra disarmo, nonviolenza e responsabilità
In un mondo segnato da conflitti e tensioni crescenti, parlare di pace non è solo un esercizio retorico, ma una necessità urgente. Le guerre non si vincono mai davvero: lasciano dietro di sé ferite profonde, come le mine antiuomo che restano nei campi per decenni, minacciando la vita di civili, bambini e generazioni future. Il ritiro da trattati come la Convenzione di Ottawa rappresenta una regressione che colpisce prima di tutto le popolazioni stesse, perché le mine non scelgono chi colpire. In questo scenario, la corsa al riarmo e l’aumento delle spese militari sembrano prevalere sul dialogo e sulla ricerca di soluzioni condivise. Eppure, la storia e il magistero della Chiesa ci ricordano che la vera forza sta nella nonviolenza, nella fraternità e nella capacità di educare le nuove generazioni a riconoscere la propaganda e a scegliere la pace. Costruire la pace significa allora lavorare ogni giorno per il disarmo, per la giustizia e per la dignità di ogni persona, senza cedere alla logica della disperazione o della rassegnazione. In collegamento dalla Cittadella della Pace di Rondine (Arezzo), l’inviata Marta Manzo con Noam Pupko, responsabile progetti educativi.
4 Luglio 2025