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Che si vinca o che si perda c’è una gara a sfilarsi, a tirarsi indietro. Oggi l’annuncio a sorpresa delle dimissioni di Nigel Farage, il leader del partito xenofobo UKIP. E’ la terza volta che Farage lascia e quindi è prudente attendere prima di darlo per politicamente finito. “Non è facile quando senti che qualcosa è tuo, lasciarlo andare – ha detto Farage -. Ma è stata dura per me e forse per i miei cari fare il segretario di partito. Durante la campagna referendaria ho detto che volevo che il nostro paese riprendesse il controllo delle sue decisioni e oggi vi dico: io voglio tornare in pieno possesso della mia vita, sin da ora”
Fuori Cameron, fuori Johnson, il Commissario Europeo della Gran Bretagna Hill lascia Bruxelles, mentre il segretario del partito laburista Corbyn è oggetto di una mozione di sfiducia. Ora, apparentemente, via anche Farage. “Sento di aver fatto la mia parte, non potrei pretendere più di quello che siamo riusciti ad ottenere col referendum – prosegue -. E quindi penso sia giunta l’ora di uscire di cena per lasciare spazio a un nuovo leader dello UKIP.”
Insomma: arrivano i tempi duri ma non ci sono duri che abbiano voglia di giocare sul serio. In un paese sempre più in preda al caos avanzano seconde e terze file.

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4 Luglio 2016

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