Lunedì-sabato: 8.30, 12, 14.55, 18.30 e 20.30. Domenica: 18.30 e 20.30

Due anni prigioniero nel deserto del Niger, poi l’8 ottobre scorso la liberazione e l’11 novembre l’incontro con Papa Francesco. Padre Luigi Maccalli rapito il 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, in Niger, quasi al confine con il Burkina Faso, da un gruppo armato, è stato intervistato per Tv2000 da Gennaro Ferrara. “La preghiera era il mio pane quotidiano. Anche la preghiera delle lacrime, specie nei primi tempi. E la certezza che Lui c’è, che ascoltava anche il mio grido il mio lamento e le mie domande, i miei tanti perché. Fino a quando Signore?” -racconta il missionario della Società delle Missioni Africane (Sma). “Mi sono sempre chiesto – aggiunge- se mai fossi nel posto sbagliato. Mi dicevo di no, perché io ero al posto giusto tra la mia gente. Condivido e ho condiviso con loro gioie e mi era dato di condividere il dolore. Questa sofferenza ho offerto per loro e per l’Africa”. Poi, l’incontro commovente con Papa Francesco, a un mese dalla liberazione: “Il Papa (quando l’ho incontrato) mi ha sorpreso, come suo solito. Mi aspettavo che mi desse una parola. Ha voluto ascoltare, e poi ha fatto un gesto che mi ha commosso: quando mi ha salutato e ho stretto la sua mano tra le mie due mani, lui ha baciato le mie mani. Io non ho avuto più parole”.

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13 Novembre 2020

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