Lunedì-sabato: 8.30, 12, 14.55, 18.30 e 20.30. Domenica: 18.30 e 20.30

Quando è scoppiata la guerra nel suo Paese, il cantante ucraino Andriy Khlyvnyuk era in tour negli Stati Uniti. Senza esitazioni ha mollato i concerti ed è tornato in patria per combattere. In questo video social intona un canto popolare di protesta della prima guerra mondiale, diventato un inno della resistenza ucraina di questi giorni. Una storia che sarebbe speciale già così. A renderla unica, poi, ci hanno pensato i Pink Floyd. David Gilmour, chitarrista e cantante della leggendaria band britannica, ha nuora e nipoti ucraini. Sette anni fa avrebbe dovuto suonare a Londra proprio con Andriy Khlyvnyuk, ma un problema col visto di quest’ultimo aveva impedito l’incontro. Poche settimane fa Guilmor ha visto su Instagram quel video in cui Andriy canta nella piazza vuota di Kiev e ha deciso di utilizzarlo per tornare ad incidere con i Pink Floyd. Gilmour ha poi chiamato Andriy ma questi era in ospedale colpito da alcune schegge. Gli ha fatto ascoltare il brano e ricevuto la sua benedizione. Era da “The division bell” del 1994 che i Pink Floyd non registravano una canzone originale. Oggi sono tornati a farlo per supportare il popolo ucraino, al quale andrà il ricavato. Il titolo arriva dall’ultima frase di quell’inno di resistenza: “Hey, hey, rise up and rejoice”: ribellati e gioisci. Servizio di Silvio Vitelli

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

8 Aprile 2022

  •