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“Sono stati due anni molto dolorosi, ha detto il Papa – due anni fa con questo atto terroristico ha provocato oltre mille e duecento persone che sono morte. Bisogna pensare molto a quanto odio esiste nel mondo e cominciare con noi stessi con la domanda: ‘perche’ esiste e cosa possiamo fare noi'”. Il dolore per un evento che ha segnato la storia recente ricordo delle drammatiche conseguenze dell’attacco di Hamas sul popolo palestinese con oltre 65.000 vittime. La consapevolezza che dall’odio non nasce altro che violenza. Papa Leone, prima di far ritorno in Vaticano, dopo poche ore di riposo a Castel Gandolfo, interviene sull’anniversario del 7 ottobre, ma anche sulla spirale di distruzione innescata e sul male di cui è capace l’uomo. La condanna ferma e totale di ogni forma di terrorismo e la preoccupazione per il crescente antisemitismo. “L’esistenza, non so se sono in aumento, degli atti di antisemitismo, – ha aggiunto il Papa – è veramente preoccupante. Bisogna annunciare la pace, il rispetto della dignità di tutte le persone”. Nella giornata in cui è stato annunciato il suo viaggio in Turchia e Libano, spiega che era un desiderio di Francesco celebrare a Nicea l’anniversario del Concilio in cui fu formulata la professione di fede che ancora oggi i cristiani pronunciano. Nel paese dei cedri la sua visita sarà animata dal desiderio di pace per una regione tormentata. Il Papa ha spiegato che, per il primo viaggio, ha scelto la Turchia “per i 1700 anni del Concilio di Nicea” e “in Libano per la possibilità di annunciare di nuovo il messaggio di pace in Medio Oriente in un Paese che ha sofferto tanto…cercheremo di portare questo messaggio di pace e di speranza”.

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7 Ottobre 2025