LUNEDÌ MARTEDÌ GIOVEDÌ ORE 20.50

La ricerca del volto di Cristo nelle ore più difficili e drammatiche di un conflitto senza senso come la Prima guerra mondiale. Nasce così la storia del “Cristo della dolina”. In queste immagini avute grazie allo studioso  di storia della Grande Guerra Sergio Spagnolo. Migliaia di soldati per fede o per religiosità popolare sentirono il bisogno di rivolgersi a Dio. Nelle trincee, sulle doline, nei passi di montagna e nelle retrovie di un conflitto di posizione e di logoramento fatto di attesa pregarono ricordando le famiglie lontane. Furono erette chiesette e altari, dalla roccia ricavate edicole votive e sculture appunto come il Cristo della Dolina. A distanza di anni questi fronti sono stati ripercorsi da studiosi di storia della Grande Guerra come Antonio Scrimali e da appassionati cultori come Mario Bin. Così nel 1993, scavando fra i detriti in una dolina sul Monte Sei Busi, sopra a Vermegliano, che ricordava i resti di un cimitero di guerra dismesso, Mario Bin scoprì un volto di Cristo finemente lavorato in pietra.

Sul suo ritrovamento e sulla foto ci sono state tante controversie e dibattiti. Oggi la scultura si trova esposta nella cappella del Sacrario di Redipuglia. Nella didascalia si legge: “Volto del Cristo sofferente rinvenuto in una dolina carsica”. Non è collocato in un punto centrale, ma resta comunque di grande significato per i caduti e le loro famiglie che fanno visita alla cappella del Sacrario. E’ l’immagine di Cristo sofferente espressione della sofferenza del uomo, impegnato nell’esercizio di una cosa inutile: la guerra….

5 Novembre 2015