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Cento anni fa veniva messo a segno il “colpo di Zurigo”. Un’azione da spy story accaduta veramente che sgominò una rete di sabotatori in Italia ed evitò attentati austro-ungarici nel nostro Paese. Un classico della letteratura e della storia accaduto il 28 febbraio 1917 in Svizzera. Tutto parte da una cassaforte ritenuta impenetrabile e sicurissima custodita presso il consolato asburgico viene aperta da alcuni uomini del reparto informazioni della Regia Marina. Viene messo a segno così quello che sarà ricordato come “il colpo di Zurigo”. Gli agenti italiani, come si nota nella mappa fornita dall’Ufficio Storico della Marina militare, riuscirono a introdursi all’interno del Consolato austro-ungarico, all’ultimo piano di un edificio tra la Seidengasse ed il civico 69 della Bahnhofstrasse. Poi raggiunsero l’ufficio dell’amm. Rudolf Mayer, schedato come “il principale organizzatore del Servizio di informazioni della rete austro-ungarica in Italia” per aprire la cassaforte e trovare documenti inchiodanti per l’Austria-Ungheria.”Come tutte le operazioni riservate della Marina Italiana poco si sa in merito al prima e dopo di quell’operazione costata un anno e mezzo di paziente preparazione – spiega il capitano di vascello Giosué Allegrini, Capo Ufficio storico della Marina militare -. Per assurdo sono stati gli statunitensi a raccontare di più su quell’evento in un loro introvabile volume del 1918 dal titolo The German Secret Service in America”.
L’impresa venne compiuta dal comandante Aloisi, dal marinaio lodigiano Stenos Tanzini, vero e proprio asso dei servizi italiani, e da Natale Papini, re degli scassinatori e patriota.
Un’azione che evitò ulteriori sabotaggi e attentati in Italia e su cui sono stati scritti libri e prodotto anche un film dal titolo “Senza bandiera” realizzato negli anni Cinquanta.
“Le prove del colpo di Zurigo non soltanto permisero di sgominare in poche ore le reti di sabotatori nemici in Italia, ma anche quelli attivi in Francia e Gran Bretagna e giocarono un peso non indifferente per l’ingreso degli Stati Uniti nel primo conflitto mondiale – spiega il comandante Allegrini -. Se di questo poco o nulla si sa è perché il Potere marittimo è tanto più efficace quanto meno rumore fa”.

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2 Marzo 2017