Sabato ore 15.15

di Andrea Sarubbi

L’Egitto piange i morti della strage alla moschea di Bir al-Abed, nel Sinai settentrionale: la peggiore nella storia recente. Ogni volta che c’è un attentato da parte di qualche jihadista, si divide il mondo con l’accetta: noi – i cristiani, l’Occidente civilizzato – le vittime; loro – i musulmani, la minaccia oscurantista – i carnefici. L’Egitto, con una popolazione musulmana al 90%, conferma invece quello che tutti sanno ma in pochi dicono: che le prime vittime del terrorismo di matrice islamica, cioè, sono i musulmani stessi.

Il 75 per cento delle vittime di attacchi terroristici, nel 2016, è avvenuto in 5 soli Paesi: l’Afghanistan, l’Iraq, la Nigeria, il Pakistan e la Siria. Che cosa hanno in comune tra loro questi Stati? Che sono tutti a maggioranza musulmana. In Afghanistan i musulmani sono il 99,7% della popolazione, in Iraq il 99, in Pakistan il 96.4, in Siria l’87; in Nigeria sono appena il 50, che è comunque più di tutte le altre comunità religiose. La prima lezione che ci viene dai numeri, quindi, è quella che si dimentica più in fretta: le prime vittime del terrorismo, e del terrorismo di matrice islamica in particolare, sono i musulmani stessi.

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26 Novembre 2017