Suo figlio Lorenzo, 17 anni, ucciso da coetaneo ecuadoregno, che lei perdona.

Nel pomeriggio del 10 di agosto del 2011, Lorenzo esce di casa per incontrarsi con gli amici a Sovico, vicino Monza.
Ucciso un’ora dopo in un diverbio con un coetaneo ecuadoregno, Louis, arrestato poche ore dopo.
Poco dopo le 15. Il ragazzo era con quattro amici in piazza Arturo Riva, al centro del paese. Nelle immediate vicinanze si trovano la biblioteca, l’oratorio e il centro civico «Aldo Moro», sede di varie associazioni.
Al gruppo si è avvicinato un ragazzino sudamericano a bordo di uno scooter, e i ragazzi, che già si conoscevano, hanno iniziato una partita a carte.
Non è chiaro che cosa abbia scatenato la lite: sta di fatto che a un certo punto il ragazzo straniero ha afferrato una bottiglia, l’ha spezzata con un colpo e poi ha sferrato un fendente contro Lorenzo, un solo colpo mortale alla gola. Poi è fuggito e qualcuno dei presenti ha chiamato i soccorsi. L’arrivo dei sanitari del 118 di Monza e un elisoccorso alzatosi in volo dall’ospedale Sant’Anna di Como non sono bastati, come gli oltre trenta minuti di massaggio cardiaco: Lorenzo è deceduto.

La donna sconvolse l’opinione pubblica per l’immediato perdono:
«tutti nella vita possiamo sbagliare. Io non so come sia cresciuto, non so se qualcuno lo ha mai aiutato. Ma non credo, dato che era segnalato alle forze dell’ordine eppure girava lasciato a se stesso. Penso alla difficoltà dei giovani che, in un mondo ostile alla felicità, spesso non trovano chi gli proponga un impegno di vita verso di essa».

«Vorrei fare arrivare il mio abbraccio al ragazzo che mi ha tolto il figlio e ai suoi genitori, in attesa di un incontro perché deve vincere il bene».
Carolina dopo quelle parole viene chiamata “mamma perdono”.

 

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23 Giugno 2015