“Se sapete che il vostro strumento siete voi stessi,
conoscete anzitutto il vostro strumento,
consapevoli che è lo stesso strumento che
danza, che canta, che inventa parole e crea sentimenti.
Ma curatelo come l’atleta, come l’acrobata, come il cantante;
assistetelo con tutta la vostra anima,
nutritelo di cibo parcamente,
ma senza misura corroboratelo
di forza, di agilità, di rapidità, di canto, di danza,
di poesia, di poesia e di poesia.
Diverrete poesia aitante,
metamorfosi perenne dell’io inesauribile,
soffio di forme,
determinati e imponderabili,
di tutto investiti,
capaci di assumere e di dimettere
passioni, violenze, affezioni,
restandone arricchiti e purificati…
tesi alla rivelazione di ciò che l’uomo è:
angelo della parola,
acrobata dello spirito,
danzatore della psiche,
messaggero di Dio
e nunzio a se stesso
e all’universo
di un sé stesso
migliore”

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1 Luglio 2015