I segreti di uno spettacolo capace di far vedere il suono e di una pièce che svela i pericoli di un ottimismo alienato e forzato. Due performance imperdibili al centro della 28ma puntata di Retroscena, entrambe risultato di un adattamento per il palcoscenico di due romanzi di formazione: “E Johnny prese il fucile” di Dalton Trumbo e “Candide” di Voltaire. Protagonista della prima parte di puntata un’operazione sorprendente e originale che traspone in drammaturgia radiofonica il romanzo antimilitarista per antonomasia “E Johnny prese il fucile” dell’autore statunitense Dalton Trumbo. Nato da un’intuizione di Sergio Ferrentino, autore radiofonico, lo spettacolo trascina gli spettatori – muniti rigorosamente di audio-cuffie al loro ingresso in sala – nel vivo di una registrazione di un audio-dramma.  Grazie alle performances in diretta degli attori Sax Nicosia, Eleni Molos e Roberto Recchia, alle prese con una recitazione volta alla completa espressività vocale e ‘rivolta’ al grande microfono “binaurale” piantato al centro del palcoscenico, Retroscena vi racconterà i segreti della creazione di quello che gli specialisti dell’audio-dramma chiamano ‘l’immagine acustica’, tecnica di base di un racconto che vuole farsi esperienza sonora prima ancora che visiva. Ancora più lontana dal periodo storico che l’aveva prodotto, la portata storica del “Candide” di Voltaire è stata così rilevante da spingere uno dei drammaturghi inglesi contemporanei più rappresentativi, Mark Ravenhill, a farne oggetto di un adattamento teatrale che il regista Fabrizio Arcuri porta in scena con l’aiuto, tra gli altri, dei bravissimi Filippo Nigro e Lucia Mascino.  In un susseguirsi di salti temporali che proiettano la vicenda dall’epoca dei lumi fino a un futuro indefinito, passando per il nostro presente storico, l’analisi volteriana sulle deviazioni di un’umanità condannata a un fuorviante ottimismo assume, nella rilettura di Mark Ravenhill, contorni così drasticamente contemporanei da costringerci a interrogarci seriamente sulle scelte non più procrastinabili per evitare il “suicidio” dell’Europa.

22 Aprile 2016

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