Si è spenta ieri, 15 agosto, all’ospedale Civico di Palermo, Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo, ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio del 1992. Da quell’attentato si era impegnata per la lotta alla mafia e per la cultura della legalità.

In questa intervista a Tv2000 del 2014, Rita Borsellino parla proprio del suo impegno come testimone e custode della memoria, e dell’importanza di tramandarla alle nuove generazioni.

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“Quante volte mi sono chiesta: dove sono finite quelle persone da cui mi sono sentita coinvolgere. Anche io che ero stata nel silenzio, non certo nell’omertà, ma nel silenzio per tanti anni, rimanendo a guardare quello che Paolo faceva, pensando che questo bastasse. È stata la reazione dei palermitani che mi ha trascinato, mi ha spinto, mi ha coinvolto, mi ha stupito. Tante volte mi sono chiesta dove fossero tutte quelle persone o tutti i ragazzi che ho incontrato in giro per l’Italia. Quando sono scoraggiata mi sento quasi di dire che non è cambiato molto, ma non è così: quando riesco ad essere obiettiva so che ci sono tutti; intanto ci sono quelli nuovi, e se ci sono tutti questi ragazzi che non erano neanche nati nel 1992 e oggi sono forse i custodi più veri della memoria, vuol dire che ci sono stati adulti che questa memoria gliel’hanno consegnata. Forse non è più tempo di catene umane e fiaccolate; allora avevamo bisogno di guardarci, di contarci, di sapere che c’eravamo e che eravamo tanti, questo ci dava coraggio. Oggi credo che la maggior parte di quelle persone, quel ricordo e quella memoria ce l’hanno nel cuore, la custodiscono e la vivono nelle attività e nelle scelte di tutti i giorni”.

16 Agosto 2018

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