Le zampogne segnano il tempo e ci fanno entrare nel vivo della novena. Ci introducono le parole di Giovanni Pascoli:

Sono venute dai monti oscuri
le ciaramelle senza dir niente;
hanno destata nei suoi tuguri
tutta la buona povera gente.

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I nove mesi sono compiuti ed è arrivato il momento di partorire.
Giuseppe e Maria si mettono in cammino per cercare un posto dove far nascere Gesù. Ma non c’è posto per loro nelle locande e negli alberghi. Comincia cosi, “a quattr’uri di la notti” il peregrinare di Maria e Giuseppe prima di arrivare a Betlemme dove c’è solo una grotta che può ripararli dal freddo e dalla tormenta. Li, gli angeli hanno disposto già tutto. Cristo Signore nascerà nudo in una mangiatoia, scaldato da un bue e un asinello. La tradizione siciliana ci regala questa perla piena di pathos e di poesia in cui il racconto del viaggio si intreccia con una “coroncina” in cui l’umanità si affida alla madonna e per mezzo di lei a Suo figlio.

A quattr’ore di la notti
San Giuseppi cci dicha
Hai fatto quanto potti
Cchiù nun puozzu spusa mia

Iu la sacciu na campia
Si vi puliti arrinnuttari
Nta na grutta, spusa mia
Cchiù di chissu nun puozzu fari

Novene 2.0 è un progetto del Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla con Mario Incudine e Antonio Vasta, con il patrocinio dell’Assessorato regionale Turismo e Spettacolo della Regione Siciliana. Media partner Tv2000

19 Dicembre 2020

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