Il Papa Emerito Joseph Ratzinger, morto il 31 dicembre 2022, ha lasciato un testamento spirituale, scritto nel 2006. Ecco il testo integrale diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede

29 agosto 2006
Il mio testamento spirituale
Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo
quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di
ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione;
rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce
del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino
sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.
Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi
sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce,
illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere,
e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda
devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai
ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa
premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del
cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi
non avrei potuto trovare la via giusta.
Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i
collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti
li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi
bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente
della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego
affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere
dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe
del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.
A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.
Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati
affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la
scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra
Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede
cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto
constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere
non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come,
d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere
meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai
sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con
il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili,
dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la
generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal
groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è
veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo
corpo.
Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e
insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno
va di cuore la mia preghiera.
Benedictus PP XVI

Il testo in lingua originale tedesca

29. August 2006
Mein geistliches Testament
Wenn ich in dieser späten Stunde meines Lebens auf die Jahrzehnte zurückschaue, die ich
durchwandert habe, so sehe ich zuallererst, wieviel Grund ich zu danken habe. Ich danke vor allen
anderen Gott selber, dem Geber aller guten Gaben, der mir das Leben geschenkt und mich durch
vielerlei Wirrnisse hindurchgeführt hat; immer wieder mich aufgehoben hat, wenn ich zu gleiten
begann, mir immer wieder neu das Licht seines Angesichts geschenkt hat. In der Rückschau sehe
und verstehe ich, daß auch die dunklen und mühsamen Strecken dieses Weges mir zum Heile waren
und daß Er mich gerade da gut geführt hat.
Ich danke meinen Eltern, die mir in schwerer Zeit das Leben geschenkt und unter großen
Verzichten mir mit ihrer Liebe ein wundervolles Zuhause bereitet haben, das als helles Licht alle
meine Tage bis heute durchstrahlt. Der hellsichtige Glaube meines Vaters hat uns Geschwister
glauben gelehrt und hat als Wegweisung mitten in all meinen wissenschaftlichen Erkenntnissen
standgehalten; die herzliche Frömmigkeit und die große Güte der Mutter bleiben ein Erbe, für das
ich nicht genug danken kann. Meine Schwester hat mir selbstlos und voll gütiger Sorge über
Jahrzehnte gedient; mein Bruder hat mir mit der Hellsicht seiner Urteile, mit seiner kraftvollen
Entschiedenheit und mit der Heiterkeit des Herzens immer wieder den Weg gebahnt; ohne dieses
immer neue Vorausgehen und Mitgehen hätte ich den rechten Weg nicht finden können.
Von Herzen danke ich Gott für die vielen Freunde, Männer und Frauen, die er mir immer wieder
zur Seite gestellt hat; für die Mitarbeiter auf allen Stationen meines Weges; für die Lehrer und
Schüler, die er mir gegeben hat. Sie alle vertraue ich dankbar seiner Güte an. Und danken möchte
ich dem Herrn für die schöne Heimat im bayerischen Voralpenland, in der ich immer wieder den
Glanz des Schöpfers selbst durchscheinen sehen durfte. Den Menschen meiner Heimat danke ich
dafür, daß ich bei ihnen immer wieder die Schönheit des Glaubens erleben durfte. Ich bete darum,
daß unser Land ein Land des Glaubens bleibt und bitte Euch, liebe Landsleute: Laßt euch nicht vom
Glauben abbringen. Endlich danke ich Gott für all das Schöne, das ich auf den verschiedenen
Stationen meines Weges, besonders aber in Rom und in Italien erfahren durfte, das mir zur zweiten
Heimat geworden ist.
Alle, denen ich irgendwie Unrecht getan habe, bitte ich von Herzen um Verzeihung.
Was ich vorhin von meinen Landsleuten gesagt habe, sage ich nun zu allen, die meinem Dienst in
der Kirche anvertraut waren: Steht fest im Glauben! Laßt euch nicht verwirren! Oft sieht es aus, als
ob die Wissenschaft – auf der einen Seite die Naturwissenschaften, auf der anderen Seite die
Geschichtsforschung (besonders die Exegese der Heiligen Schriften) – unwiderlegliche Einsichten
vorzuweisen hätten, die dem katholischen Glauben entgegenstünden. Ich habe von weitem die
Wandlungen der Naturwissenschaft miterlebt und sehen können, wie scheinbare Gewißheiten gegen
den Glauben dahinschmolzen, sich nicht als Wissenschaft, sondern als nur scheinbar der
Wissenschaft zugehörige philosophische Interpretationen erwiesen – wie freilich auch der Glaube
im Dialog mit den Naturwissenschaften die Grenze der Reichweite seiner Aussagen und so sein
Eigentliches besser verstehen lernte. Seit 60 Jahren begleite ich nun den Weg der Theologie,
besonders auch der Bibelwissenschaften, und habe mit den wechselnden Generationen
unerschütterlich scheinende Thesen zusammenbrechen sehen, die sich als bloße Hypothesen
erwiesen: die liberale Generation (Harnack, Jülicher usw.), die existenzialistische Generation
(Bultmann usw.), die marxistische Generation. Ich habe gesehen und sehe, wie aus dem Gewirr der
Hypothesen wieder neu die Vernunft des Glaubens hervorgetreten ist und hervortritt. Jesus Christus
ist wirklich der Weg, die Wahrheit und das Leben – und die Kirche ist in all ihren Mängeln wirklich
Sein Leib.
Endlich bitte ich demütig: Betet für mich, damit der Herr mich trotz all meiner Sünden und
Unzulänglichkeiten in die ewigen Wohnungen einläßt. Allen, die mir anvertraut sind, gilt Tag um
Tag mein von Herzen kommendes Gebet.
Benedictus PP XVI.

 


 

 

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