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È “il cuore del cuore dell’Africa”, la Repubblica democratica del Congo: 100 milioni di abitanti su una superficie pari a metà dell’Unione europea, la seconda foresta più grande al mondo dopo l’Amazzonia e un sottosuolo ricco di ogni materia prima: petrolio, gas, oro, uranio, e poi coltan e nichel, indispensabili per il digitale, gli impianti fotovoltaici e le batterie delle auto elettriche. Approfondimento sul Congo uno dei Paesi protagonisti del viaggio di Papa Francesco in Africa. A cura di Francesco Esposito per ‘Il Diario di Papa Francesco’ condotto da Gennaro Ferrara.
Tutte queste meraviglie sono per il Congo doni avvelenati, costati massacri e rapine già da quando, alla fine dell’Ottocento, il paese diventa colonia del Belgio.
Nel 1960 il Congo conquista l’indipendenza; nel 1971 cambia nome in “Zaire” per volontà di Mobutu, uno dei più feroci tiranni africani, che tiene il potere fino al 1997.
Davvero qui quel che resta di “Cuore di tenebra” – il romanzo di Joseph Conrad ambientato in queste regioni – è la sua parola ultima: l’orrore.
Tra il 1997 e il 2003, con l’avvento della dinastia dei Kabila, il Congo è teatro di quella che viene chiamata “Guerra mondiale africana”: 6 milioni di morti, stupri di massa, scontri con Ruanda, Uganda, Kenya e Libia. Al centro la lotta per mettere le mani sulle ricchezze congolesi.
Si stimano almeno altri 4 milioni di morti tra 2003 e 2013 per violenze, malnutrizione e malattie.
Oggi, dopo le contestate elezioni del dicembre 2018, il presidente è Felix Tshisekedi e lo scenario non pare cambiato.
Il Kivu, nell’Est del Congo, con 100 gruppi armati di ribelli, alcuni sostenuti dai paesi confinanti, è la regione dove l’ONU censisce il grado di violenze e sciagure più alto del pianeta. E a poco finora è servita la Monusco, la Missione dei caschi blu.
A svelare all’Italia la tragedia di queste terre è stata la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio. In effetti in pochi altri luoghi è così drammatica la sproporzione tra quanto accade e l’attenzione che il mondo vi presta.
Anche per questo l’arrivo di Papa Francesco, il primo pontefice a tornare nella Repubblica democratica del Congo 37 anni dopo Giovanni Paolo II, è un segnale forte. Un viaggio “per portare una parola di pace” che riaccende la speranza del popolo congolese.

31 Gennaio 2023

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