dal lunedì al venerdì ore 17:30

Don Diego Goso, incaricato per l’Ufficio di Comunicazioni Sociali della Diocesi di Ventimiglia – San Remo, nella sua ultima pubblicazione “La mappa del cuore” traccia un percorso di orientamento in 70 emozioni, dalla A alla Z, per identificarle e gestirle ogni giorno in maniera più consapevole.

Abbiamo così riascoltato l’Omelia di Santa Marta del 29 maggio 2017, in cui Papa Francesco si sofferma sui movimenti del cuore e sull’inquietudine che aiuta a discernere.

Nel racconto quotidiano del Papa abbiamo scelto un passaggio dal discorso ai partecipanti al Convegno Nazionale della Federazione Maestri del lavoro d’Italia, in cui il Papa ha parlato dell’essere felici costruendo il bene comune prendendo come guida le Beatitudini di Gesù nel Vangelo.
E poi, nell’Omelia a Santa Marta, Papa Francesco ha riflettuto sulla figura della donna a partire dall’insegnamento di Gesù che ne ha cambiato la storia e ne ha ridato piena dignità.

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

SANTA MARTA del 29.05.2017

I movimenti del cuore

 

Papa: “Lasciarsi inquietare dallo Spirito Santo: ‘Eh, ho sentito questo… Ma padre, quello è sentimentalismo?’ – ‘No, può essere, ma no. Se tu vai sulla strada giusta non è sentimentalismo’. ‘Ho sentito la voglia di fare questo, di andare a visitare quell’ammalato o cambiare vita o lasciare questo …’. Sentire e discernere: discernere quello che sente il mio cuore, perché lo Spirito Santo è il maestro del discernimento. Una persona che non ha questi movimenti nel cuore, che non discerne cosa succede, è una persona che ha una fede fredda, una fede ideologica. La sua fede è un’ideologia, tutto qui”.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

 

DISCORSO AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE MAESTRI DEL LAVORO D’ITALIA

 

Non si è felici da soli

Papa: Non si può essere felici senza la possibilità di offrire il proprio contributo, piccolo o grande che sia, alla costruzione del bene comune. Ogni persona può dare il suo apporto – anzi deve darlo! – così da non diventare passiva, o sentirsi estranea alla vita sociale…

… Ci siano di guida, in questo cammino arduo ma entusiasmante, le Beatitudini di Gesù nel Vangelo (cfr Mt 5,3-11; Esort. ap. Gaudete et exsultate, 67-94): ci portino a guardare sempre con amore a Gesù stesso, che le ha incarnate nella sua Persona; ci mostrino che la santità non riguarda solo lo spirito, ma anche i piedi, per andare verso i fratelli, e le mani, per condividere con loro. Insegnino a noi e al nostro mondo a non diffidare o lasciare in balìa delle onde chi lascia la sua terra affamato di pane e di giustizia; ci portino a non vivere del superfluo, a spenderci per la promozione di tutti, a chinarci con compassione sui più deboli. Senza la comoda illusione che, dalla ricca tavola di pochi, possa “piovere” automaticamente il benessere per tutti.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

 

SANTA MARTA

Donna: immagine e somiglianza di Dio

 

Papa: E la dottrina di Gesù sulla donna cambia la storia. E una cosa è la donna prima di Gesù, un’altra cosa è la donna dopo Gesù. Gesù dignifica la donna e la mette allo stesso livello dell’uomo perché prende quella prima parola del Creatore, tutti e due sono “immagine e somiglianza di Dio”, tutti e due; non prima l’uomo e poi un pochino più in basso la donna, no, tutti e due. E l’uomo senza la donna accanto – sia come mamma, come sorella, come sposa, come compagna di lavoro, come amica – quell’uomo solo non è immagine di Dio.

 

Questo è un peccato contro Dio Creatore, rigettare la donna perché senza di lei noi maschi non possiamo essere immagine e somiglianza di Dio. C’è un accanimento contro la donna, un accanimento brutto. Anche senza dirlo… Ma quante volte delle ragazze per avere un posto di lavoro devono vendersi come oggetto di usa e getta? Quante volte? “Sì, padre ho sentito in quel Paese…”. Qui a Roma. Non andare lontano.

 

Tutto questo succede qui, a Roma, succede in ogni città, le donne anonime, le donne – possiamo dire – “senza sguardo” perché la vergogna copre lo sguardo, le donne che non sanno ridere e tante di loro non sanno, non conoscono la gioia di allattare e di sentirsi dire mamma. Ma, anche nella vita quotidiana, senza andare a quei posti, questo pensiero brutto di rigettare la donna, è un oggetto di “seconda classe”. Dovremmo riflettere meglio. E facendo questo o dicendo questo, entrando in questo pensiero disprezziamo l’immagine di Dio, che ha fatto l’uomo e la donna insieme alla sua immagine e somiglianza. Questo passo del Vangelo ci aiuti a pensare nel mercato delle donne, nel mercato, sì, la tratta, lo sfruttamento, che si vede; anche nel mercato che non si vede, quello che si fa e non si vede. La donna la si calpesta perché è donna.

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

15 Giugno 2018