dal lunedì al venerdì ore 17:30

Gennaro Ferrara, incontra con Don Luca Favarin, prete cattolico di Padova che ha fondato ed è presidente di Percorso Vita onlus, organizzazione che si occupa di migranti, minori e povertà. A partire dalle parole di Papa Francesco, nella conferenza stampa sul volo di ritorno dall’Irlanda, relative ai migranti sbarcati in Italia con la nave Diciotti, abbiamo riflettuto sul significato dell’accoglienza e dell’integrazione.

Poi a commento delle attività del Papa di oggi, abbiamo ascoltato un estratto del discorso ai partecipanti al Capitolo Generale degli Oblati di San Giuseppe in cui ha parlato dei principi della “fedeltà cristiana” e della realizzazione piena e gioiosa della vocazione cristiana per la costruzione di un futuro solido.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

IN EVIDENZA

 

Don Luca Favarin: “Torturati e seviziati”

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

 

 

Don Luca Favarin: “Clandestini integrati, una contraddizione da risolvere”

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

 

DISCORSO AI PARTECIPANTI AL CAPITOLO GENERALE DEGLI OBLATI DI SAN GIUSEPPE  31.08.2018

Un futuro solido

Papa: i nostri sono tempi di dilagante relativismo che mina alla base l’edificio della fede e spoglia di significato l’idea stessa di fedeltà cristiana. E’ dunque quanto mai attuale il mandato del vostro Fondatore ad essere dappertutto testimoni di amore e di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Alla gente di ogni parte del mondo e ai giovani in particolare, ai quali si rivolge in gran parte il vostro apostolato, voi insegnate, con la vita e con le parole, che l’esempio di Giuseppe di Nazareth, consacrato pienamente al servizio di Gesù, è ancora la strada più semplice, più sicura e più affascinante per realizzare in maniera piena e gioiosa la vita e la vocazione cristiana.

Di fronte a una cultura superficiale che esalta il possesso dei beni materiali e promettendo felicità attraverso pericolose scorciatoie, voi non mancate di stimolare i giovani a temprare lo spirito e a formarsi una personalità matura, capace di forza ma anche di tenerezza. E la gioia più grande è parlare ai giovani di Gesù Cristo, leggendo con loro il Vangelo, confrontandolo insieme con la vita… Questa è la strada migliore per costruire un futuro solido.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

 

CONFERENZA STAMPA DI RITORNO DALL’IRLANDA  26.08.2018

 

Un accogliere ragionevole

Papa: Accogliere i migranti è una cosa antica come la Bibbia… E’ un principio morale. Su questo ho parlato, e poi ho visto che dovevo esplicitare un po’ di più, perché non si tratta di accogliere “alla belle étoile”, no, ma un accogliere ragionevole. E questo vale in tutta l’Europa. Quando mi sono accorto di come dev’essere questo atteggiamento ragionevole? Quando c’è stato l’attentato a Zaventem [Belgio]: i ragazzi, i guerriglieri che hanno fatto l’attentato a Zaventem erano belgi, ma figli di immigrati non integrati, ghettizzati. Cioè, erano stati accolti dal Paese ma lasciati lì, e hanno fatto un ghetto: non sono stati integrati….

 

…Integrazione. E poi, ho parlato qui, in una conferenza stampa fra voi, della virtù della prudenza che è la virtù del governante, e ho parlato della prudenza dei popoli sul numero o sulle possibilità: un popolo che può accogliere ma non ha possibilità di integrare, meglio non accolga. Lì c’è il problema della prudenza. E credo che proprio questa sia la nota dolente del dialogo oggi nell’Unione Europea.

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

Saper integrare

Papa: Quando sono andato all’Università Roma III c’erano gli studenti che volevano farmi domande e ho visto una studentessa… “Io questa faccia la conosco”: era una che era venuta con me fra i tredici che avevo portato da Lesbo. Quella ragazza era all’università! Perché? Perché la Comunità di Sant’Egidio, dal giorno dopo il suo arrivo, l’ha portata a scuola, a studiare: vai, vai… E l’ha integrata a livello universitario. Questo è il lavoro con i migranti. C’è l’apertura del cuore per tutti, soffrire; poi, l’integrazione come condizione per accogliere; e poi la prudenza dei governanti per fare questo. Io ho visto, ne ho un filmato clandestino, cosa succede a coloro che sono mandati indietro e sono ripresi dai trafficanti: è orribile, le cose che fanno agli uomini, alle donne e ai bambini…, li vendono, ma agli uomini fanno le torture più sofisticate. C’era uno lì che è stato capace, una spia, di fare quel filmato, che ho inviato ai miei due sottosegretari delle migrazioni. Per questo, a mandarli indietro ci si deve pensare bene, bene, bene…

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

31 Agosto 2018