dal lunedì al venerdì ore 17:30

Gennaro Ferrara incontra Sr. Elisa Kidané, missionaria comboniana, originaria dell’Eritrea, che ha svolto per molti anni missione in Ecuador, Perù e Costa Rica, lavorando poi come giornalista nelle riviste comboniane in Italia. Sr. Elisa ha pubblicato un libro di poesie dal titolo “Africa, nostra madre terra” (Effatà editrice) in collaborazione con Terrarossa onlus, un’associazione che realizza progetti concreti di vita per il suo paese, l’Eritrea.

Abbiamo così ascoltato il messaggio del Papa di settembre della Rete Mondiale di Preghiera dedicato all’Africa e in particolare ai giovani, ed un estratto del discorso del Papa durante la visita al quartiere povero di Kangemi di Nairobi, in Kenya, in cui ha parlato di solidarietà e giustizia.

Poi come riflessione del giorno, in una sintesi dell’Omelia di questa mattina a Santa Marta , il Papa si è soffermato sul cammino della vita cristiana ed in particolare sul vivere sparlando degli altri.

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Voce dell’Africa

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Capaci di mettersi in ginocchio

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RETE MONDIALE DI PREGHIERA DEL PAPA – settembre

 

I giovani dell’Africa

 

Papa: “Africa è un continente ricco, e la ricchezza più grande, più preziosa, sono i giovani. Devono poter scegliere tra lasciarsi vincere dalle difficoltà o trasformare le difficoltà in opportunità. La via più efficace per aiutarli in questa scelta è investire nella loro educazione. Se un giovane non ha possibilità di educazione, cosa potrà fare in futuro? Preghiamo perché i giovani del continente africano abbiano accesso all’educazione e al lavoro nel proprio paese”.

 

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VIAGGIO APOSTOLICO IN KENYA, UGANDA E NELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANAVISITA AL QUARTIERE POVERO DI KANGEMI Nairobi (Kenya) – 27 novembre 2015

Tra solidarietà e ingiustizia

Papa: La cultura dei quartieri popolari impregnati di questa particolare saggezza, «ha caratteristiche molto positive, che sono un contributo al tempo in cui viviamo, si esprime in valori come la solidarietà, dare la propria vita per l’altro, preferire la nascita alla morte; dare una sepoltura cristiana ai propri morti…

…Riconoscere queste manifestazioni di vita buona che crescono ogni giorno tra voi, non significa in alcun modo ignorare la terribile ingiustizia della emarginazione urbana. Sono le ferite provocate dalle minoranze che concentrano il potere, la ricchezza e sperperano egoisticamente mentre la crescente maggioranza deve rifugiarsi in periferie abbandonate, inquinate, scartate.

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SANTA MARTA

Accusare sé stessi, non gli altri

Papa: “Questo è il primo passo decisivo di Pietro sulla strada di discepolato, di discepolo di Gesù, accusare sé stesso: “Sono un peccatore”. Il primo passo di Pietro è questo e anche il primo passo di ognuno di noi, se vuole andare nella vita spirituale, nella vita di Gesù, servire Gesù, seguire Gesù, deve essere questo, accusare sé stesso: senza accusare sé stesso non si può camminare nella vita cristiana…

…C’è gente che vive sparlando degli altri, accusando gli altri e mai pensa a sé stesso e quando vado a confessarmi come mi confesso, come i pappagalli? “Bla, bla, bla… Ho fatto questo, questo…”. Ma il cuore ti tocca quello che hai fatto? Tante volte, no. Tu vai lì a fare la cosmetica, a truccarti un po’ per uscire bello. Ma non è entrato nel tuo cuore completamente, perché tu non hai lasciato posto, perché non sei stato capace di accusare te stesso…

 

…Un segnale che una persona non sa, che un cristiano non sa accusare sé stesso è quando è abituato ad accusare gli altri, a sparlare degli altri, a mettere il naso nella vita altrui. E’ ciò un brutto segnale. Io faccio questo? E’ una bella domanda per arrivare al cuore. Chiediamo oggi al Signore la grazia, la grazia di trovarci davanti a Lui con questo stupore che dà la sua presenza e la grazia di sentirci peccatori, ma concreti e dire come Pietro: “Allontanati da me perché sono un peccatore”.

 

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6 Settembre 2018