dal lunedì al venerdì ore 17:30

In studio con Gennaro Ferrara, Raniero La Valle, giornalista e autore di “Lettere in bottiglia – Ai nuovi nati questo vostro Duemila” (Gabrielli Editori), e Giulia Longo, giovane missionaria dell’ Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per approfondire la profezia di Gioele “Dopo questo, avverrà che Io spargerò il mio spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni”.

PUNTATA INTEGRALE

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Sinodo dei giovani, Papa Francesco: “I sogni degli anziani”
C’è un’icona che viene dal Monastero di Bose, che si chiama “la Santa Comunione”, e cioè un monaco giovane che porta avanti un anziano, porta avanti i sogni di un anziano, e non è facile, si vede che fa fatica in questo. In questa immaginetta tanto bella si vede un giovane che è stato capace di prendere su di sé i sogni degli anziani e li porta avanti, per farli fruttificare. Questo forse sarà di ispirazione. Tu non puoi portarti tutti gli anziani addosso, ma i loro sogni sì, e questi portali avanti, portali, che ti farà bene. Non solo ascoltarli, scriverli, no: prenderli e portarli avanti. E questo ti cambia il cuore, questo ti fa crescere, questo ti fa maturare. E’ la maturazione propria di un anziano.
Loro, nei sogni, ti diranno anche cosa hanno fatto nella vita; ti racconteranno gli sbagli, i fallimenti, i successi, ti diranno questo. Prendilo. Prendi tutta questa esperienza di vita e vai avanti. Questo è il punto di partenza.
“Cosa direbbe Lei ai giovani che vogliono avere fiducia nella vita?”: prendi su di te i sogni degli anziani e portali avanti. Questo ti farà maturare.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

 

Sinodo dei giovani, Papa Francesco: “L’appartenenza ad un popolo”
La nostra identità non è la carta d’identità che abbiamo: la nostra identità ha delle radici, e ascoltando gli anziani noi troviamo le nostre radici, come l’albero, che ha le proprie radici per crescere, fiorire, dare frutto. Se tu tagli le radici all’albero, non crescerà, non darà dei frutti, morirà, forse. C’è una poesia – l’ho detto tante volte – una poesia argentina di uno dei nostri grandi poeti, Bernardez, che dice: “Quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che ha di sotterrato”. Ma non un andare alle radici per chiudersi lì, come un conservatore chiuso, no. E’ fare – e questo l’ho sentito nell’Aula del Sinodo, uno di questi vescovi saggi lo ha detto – è fare come il tartufo – è costoso, il tartufo! –: nasce vicino alla radice, assimila tutto e poi, guarda che gioiello, il tartufo! E come fa male alle tasche, per averne uno!
Prendere la linfa dalle radici, le storie, e questo ti dà l’appartenenza a un popolo. E poi questa appartenenza è quello che ti dà l’identità. Se mi dici: perché oggi ci sono tanti giovani “liquidi”?, in questa liquidità culturale che è alla moda, che tu non sai se sono “liquidi” o “gassosi”… Non è colpa loro! E’ colpa di questo staccarsi dalle radici della storia. Ma non si tratta di essere come loro [gli anziani], ma di prendere il succo, come il tartufo, e crescere e andare avanti con la storia.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Sinodo dei Giovani, Papa Francesco: “La trasmissione della fede”
la fede va trasmessa sempre in dialetto: il dialetto di casa. E anche il dialetto dell’amicizia, della vicinanza, ma sempre in dialetto. Lei non può trasmettere la fede con il Catechismo: “leggi il Catechismo e avrai la fede”. No. Perché la fede non sono soltanto i contenuti, c’è il modo di vivere, di valutare, di gioire, di rattristarsi, di piangere…: è tutta una vita che porta lì. E la Sua domanda è un po’ – mi permetto –, sembra un po’ esprimere un senso di colpa: “Forse abbiamo fallito nella trasmissione della fede?”. No. Non si può dire questo. La vita è così. All’inizio voi avete trasmesso la fede, ma poi si vive, e il mondo fa delle proposte che entusiasmano i figli nella loro crescita, e tanti si allontanano dalla fede perché fanno una scelta, non sempre cattiva, ma tante volte inconsapevole, tra i valori, sentono delle ideologie più moderne e si allontanano. Ho voluto soffermarmi su questa descrizione della trasmissione della fede per dire il mio parere. La prima cosa è non spaventarsi, non perdere la pace. La pace, sempre parlando con il Signore: “Noi abbiamo trasmesso la fede e adesso…”. Tranquilli. Mai cercare di convincere, perché la fede, come la Chiesa, non cresce per proselitismo, cresce per attrazione – questa è una frase di Benedetto XVI – cioè per testimonianza. Ascoltarli, accoglierli bene, i nipotini, i figli, accompagnarli in silenzio.

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

IN EVIDENZA:

Giulia Longo: “L’eredità della giustizia e della pace…”

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Raniero La Valle: “Il vero sogno che si è realizzato è la chiesa di Papa Francesco”

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

1 Luglio 2019