dal lunedì al venerdì ore 17:30

In studio con Gennaro Ferrara, Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo e autore del libro “Il gusto della vita” (Effatà Editrice), per commentare alcuni passi dell’ Evangelii gaudium, la prima esortazione apostolica di papa Francesco.

PUNTATA INTEGRALE

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Evangelii Gaudium 24: La gioia del Vangelo
La Chiesa “in uscita” è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano e festeggiano. “Primerear – prendere l’iniziativa”: vogliate scusarmi per questo neologismo. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi. Vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva. Osiamo un po’ di più di prendere l’iniziativa! Come conseguenza, la Chiesa sa “coinvolgersi”.

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Papa Francesco, Angelus 19 dicembre 2020: Lasciarsi stupire come Giovanni Battista
Il Battista non può trattenere l’impellente desiderio di rendere testimonianza a Gesù e dichiara: «Io ho visto e ho testimoniato» (v. 34). Giovanni ha visto qualcosa di sconvolgente, cioè il Figlio amato di Dio solidale con i peccatori; e lo Spirito Santo gli ha fatto comprendere la novità inaudita, un vero ribaltamento. Infatti, mentre in tutte le religioni è l’uomo che offre e sacrifica qualcosa a Dio, nell’evento Gesù è Dio che offre il proprio Figlio per la salvezza dell’umanità. Giovanni manifesta il suo stupore e il suo consenso a questa novità portata da Gesù, mediante un’espressione pregnante che noi ripetiamo ogni volta nella Messa: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (v. 29).

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Papa Francesco, omelia a Santa Marta 20.01.2020: La Parola del Signore, non la mia ideologia
È la fiducia nella Parola di Dio a vincere l’idolatria, la superbia e l’eccessiva sicurezza di sé. Nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta, Francesco ricorda che essere un “buon cristiano” significa ascoltare ciò che il Signore dice sulla giustizia, sulla carità, sul perdono, sulla misericordia
Essere docili alla Parola di Dio, che “è sempre novità”. Questa l’esortazione del Papa nella Messa del mattino a Casa Santa Marta. Riflettendo sulla Prima Lettura, Francesco si sofferma sul rifiuto “da parte di Dio” di Saul come re, “profezia” affidata a Samuele.

I passi della corruzione
Il “peccato di Saul”, spiega il Pontefice, fu la “mancanza di docilità” alla Parola di Dio, pensando che la propria “interpretazione” della stessa fosse “più giusta”. È questa, chiarisce il Papa, la “sostanza del peccato contro la docilità”: il Signore gli aveva detto di non prendere niente dal popolo che era stato vinto, ma così non avvenne.
Quando Samuele va a rimproverarlo da parte del Signore, lui dice, spiega: “Ma, guarda, c’erano buoi, c’erano tanti animali grassi, buoni e con questi io ho fatto un sacrificio al Signore”. Lui non ha messo in tasca niente, gli altri sì. Anzi con questo atteggiamento di interpretare la Parola di Dio come a lui sembrava giusto ha permesso che gli altri mettessero in tasca qualcosa del bottino. I passi della corruzione: si incomincia con una piccola disobbedienza, una mancanza di docilità, e si va avanti, avanti, avanti.

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IN EVIDENZA

Mons. Derio Olivero: “Ciò che vuole Dio”

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20 Gennaio 2020