dal lunedì al venerdì ore 17:30

Impegno senza sosta! È il titolo della XXII edizione di Giornata Bambini Vittime a tutela dell’infanzia contro la pedofilia che ricorre il 6 maggio. A due giorni dall’evento che convoglierà in Piazza San Pietro, Don Fortunato di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter, la onlus nata nel 1989 con l’obiettivo di tutelare i bambini dagli abusi sessuali; e Adriana Passarello, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del Centro d’ascolto Meter Onlus, pongono l’attenzione sul problema e sulla necessità di fare rete di coscienza e solidarietà.

Abbiamo così riascoltato le parole di deplorazione profonda e vergogna di Papa Francesco contro chi ha commesso crimini e peccati di abuso sessuale contro i minori, durante lincontro con i Vescovi ospiti dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Philadelphia del 27.09.2015.

Nel racconto quotidiano, delle attività del Papa, abbiamo ascoltato l’omelia a Santa Marta in cui parla del pastore che deve avere cura del suo gregge.

Nell’incontro di questa mattina con i partecipanti al Convegno Internazionale promosso dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica Papa Francesco ha parlato del lavoro dei consacrati e consacrate ricordando loro quali sono le tre colonne a cui fare riferimento: la preghiera, la povertà e la pazienza.

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IN EVIDENZA

Di Noto: Dalla parte dei bambini
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INCONTRO CON I VESCOVI OSPITI DELL’INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE A PHILADELPHIA, 27.09.2015

Dio piange

Papa: Porto impressi nel mio cuore le storie, la sofferenza e il dolore dei minori che sono stati abusati sessualmente da sacerdoti. Continua a opprimermi la vergogna per il fatto che persone che erano incaricate della tenera cura di questi piccoli li hanno violati e hanno causato loro gravi danni. Lo deploro profondamente. Dio piange.

I crimini e i peccati di abuso sessuale di minori non possono essere tenuti ulteriormente nascosti. Mi impegno all’attenta vigilanza della Chiesa per proteggere i minori e prometto che tutti i responsabili renderanno conto.

Le vittime di abuso sono diventate autentici araldi di speranza e ministri di misericordia; umilmente dobbiamo a ciascuno di loro e alle loro famiglie la nostra gratitudine per il loro immenso valore nel far brillare la luce di Cristo sopra il male dell’abuso sessuale dei minori.

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SANTA MARTA

Sentinelle del gregge

Papa: Fare la veglia significa coinvolgersi nella vita del gregge: Gesù distingue bene il vero pastore dall’impiegato, da quello che va a pagamento e non gli interessa se viene il lupo e se ne mangia una: non gli interessa. Invece, il vero pastore che fa la veglia, che è coinvolto nella vita del gregge, difende non solo tutte le pecore, difende ognuna, conferma ognuna e se una se ne va o si perde, va a cercarla e la riporta. E’ tanto coinvolto che non lascia che se ne perda una…

…Quante volte abbiamo sentito: “Oh, questo vescovo! Sì, è buono, ma non si prende cura tanto di noi, è sempre indaffarato”, o “questo vescovo si immischia negli affari, è un po’ affarista e quello non va”, o “questo vescovo si occupa di cose che non vanno con la sua missione”, o “questo vescovo è sempre valigia-in-mano, sempre in giro, dappertutto”, o “chitarra-in-mano”, ognuno può pensare … E’ proprio … il popolo di Dio sa quando il pastore è pastore, quando il pastore è vicino, quando il pastore sa fare la veglia e dà la propria vita per loro. La vicinanza…

…Preghiamo il Signore perché ci dia sempre buoni pastori, che non manchi alla Chiesa la custodia dei pastori: non possiamo andare avanti senza. Che siano uomini così, lavoratori, di preghiera, vicini, vicini al popolo di Dio … diciamolo in una parola: uomini che sappiano fare la veglia.

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DISCORSO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE PROMOSSO DALLA
CONGREGAZIONE PER GLI ISTITUTI DI VITA CONSACRATA E LE SOCIETÀ DI VITA APOSTOLICA

Preghiera, povertà e pazienza

Papa: quali sono le cose che lo Spirito vuole si mantengano forti nella vita consacrata? E il pensiero è volato, è andato, ha girato…, e mi veniva sempre [in mente] il giorno che sono andato a San Giovanni Rotondo: non so perché, ma ho visto lì tanti consacrati e consacrate che lavorano… e ho pensato a cosa ho detto lì, alle “tre p” che ho detto lì. E mi sono detto: queste sono colonne che rimangono, che sono permanenti nella vita consacrata. La preghiera, la povertà e la pazienza.

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ALTRI APPUNTAMENTI

Alle Guardie Svizzere Pontificie, con i Familiari

 

La fotogallery della puntata

 

4 Maggio 2018