L’amore scandaloso di Dio è un libro di Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, pubblicato a fine primavera dalla San Paolo. Prendendolo in mano, ho capito che era il tema forte di questo anno giubilare.

Tutti a parlare di misericordia, a dirsi pronti a inginocchiarsi dopo una Porta Santa, ad aprire le braccia  e il cuore ai lontani, ai nemici. Eppure, per tutti, questa misericordia che “primerea”, che arriva prima di ogni richiesta di scambio, di ogni scusa profferita, è scandalosa, quasi ingiusta. Per avere misericordia bisogna avere un cuore misero. Per avere misericordia bisogna avere umiltà non di contegno, ma di chi si sente mendicante di tutto, di felicità, di senso,cioè del Padre. Non c’è ritorno calcolato, nella misericordia. Non c’è garanzia di privilegi, né di posti in prima fila. Poi la misericordia brucia, se ci è chiesto di porgerla a chi odiamo, a chi avremmo diritto di odiare. Uno scandalo dunque, una pietra d’inciampo che non può lasciarci indifferenti né piamente devoti.

Letto il libro, ho visitato luoghi scandalosi. Un campo profughi, dove i disperati vivono nella miseria, ma sanno sorridere  ed essere grati a chi li ha accolti. Sembra incredibile, per chi ha sofferto tanto. L’ostello della Caritas di Roma, alla stazione Termini, la prima cattedrale di Roma perché il papa proprio qui ha voluto aprire la prima Porta Santa della città. I senza fissa dimora, i barboni, sono i più poveri di tutti, perché non hanno neppure più il futuro.

Tocca dare una risposta ai sensi di colpa, alla disperazione, alla morte come sola prospettiva. E imparare da chi nonostante tutto sa sperare. Sono andata nei luoghi della movida romana, sera di fine estate dove ragazzi e non più giovani che scimmiottano i ragazzi cercano svago e alcool. A chiedere cosa sia la felicità e a trovare tra qualche guizzo di apertura al domani troppa rassegnazione e cinismo. E infine in un carcere minorile, Airola, vicino a Benevento. Qui arrivano i ragazzi dei quartieri dannati di Napoli, storie di camorra e abbandono, da parte delle famiglie e dello stato. Qui arrivano ragazzi che già sono boss, e hanno questa come sola prospettiva del vivere. Hanno rubato, ucciso. Lo rifaranno, dicono. Non sono affatto pentiti. Ma se la misericordia non vale anche per loro, allora non è totale, non è vera, chiede qualcosa come ritorno.

Enzo Bianchi, con la consueta acutezza della ragione, guarda queste storie filmate, le commenta, si interroga. Richiamando il Vangelo, lo scandalo di quelle parabole, l’Adultera, il Figliol Prodigo, che  leggiamo sovente, ma non facciamo mai nostre , per decidere di cambiare cuore.

Lo scandalo della misericordia è un programma di Tv2000, per 4 domeniche, dal 30 ottobre, Prima puntata: La Riconciliazione. Domenica 30 alle 19.10

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Castelnuovo di Porto, Centro Profughi, gestito dalla Cooperativa Auxilium della Caritas. 700 Uomini e donne, tanti popoli, culture, fedi. 700 Uomini e donne che hanno perso tutto, i propri cari, la casa, il lavoro, la patria. Hanno negli occhi e nel cuore la memoria di cose orribili. Ma non hanno perso la speranza e la gratitudine, e la voglia di guardare avanti.

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Li abbiamo incontrati e ascoltati, abbiamo raccolto la paura e il dolore di chi è approdato dalla guerra, dalla violenza, dal mare. Di chi ha trovato un tetto, cibo, sicurezza, pur nella povertà. Di chi ha trovato comprensione e ascolto e l’abbraccio di un ospite inaspettato, papa Francesco. Come si fa a non avere misericordia per chi non ha colpe ma solo sofferenza? Ma loro, sanno fare misericordia, e perfino perdonare? Non sono scontate le risposte, ed Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, non è uso a commenti scontati. Perché anzitutto la misericordia è uno scandalo, e tocca lasciarsi urtare e cambiare dalla sua forza che scardina ogni indifferenza e chiusura.

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27 Ottobre 2016