La decima puntata di New Farmers è dedicata alla pasta, regina incontrastata della dieta mediterranea. La coltivazione del grano duro nel nostro Paese ha un’importanza davvero rilevante con una concentrazione prevalente nelle regioni dell’Italia Meridionale, in grado di esprimere delle produzioni di elevato livello qualitativo, grazie alle perfette condizioni pedoclimatiche.

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Il nostro viaggio ci porta in Sicilia, nella valle del Belìce, dove conosciamo Alberto Agosta la cui azienda segue tutta la filiera del grano duro integrale, contribuendo a rilanciare la rinascita di piccoli pastifici artigianali di qualità. Alberto, 61 anni, appartiene ad una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri da generazioni. Già da piccolo si appassiona di campagna e ricorda ancora quando il papà Salvatore lo faceva salire sul trattore. A 23 anni assieme al fratello Vincenzo prende in mano le redini dell’azienda agricola paterna e oggi assieme ai propri cugini gestisce il Consorzio Feudo Mondello, che in una estensione di circa 270 ettari produce grano duro, ceci, lenticchie, sulla e altre foraggere. Alberto ha dato vita ad una filiera corta e controllata per la produzione e commercializzazione di pasta di alta qualità. Alberto con la sua attività contribuisce anche a mantenere viva la biodiversità della sua terra, grazie alla coltivazione anche di grani duri antichi siciliani, quelle varietà locali di grani di cui se ne contano ben 52. Si tratta di grani per gran parte scomparsi a causa della minor resa per ettaro rispetto alle più diffuse coltivazioni di frumento odierne, e poco adatti ad una coltivazione intensiva con processi meccanizzati e con largo impiego di fertilizzanti. La pasta di grano duro è un elemento imprescindibile della dieta mediterranea, che, per il suo valore, nel 2010 è stata riconosciuta come Bene Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, permettendo così di creare una forte sinergia tra salute, identità territoriale e culturale. La storia di Alberto è legata anche ad una vicenda drammatica che proprio nel 2018 viene ricordata per il suo cinquantenario: la memoria riporta al gennaio del 1968, quando un violento sisma colpì la Valle del Belice, compresa tra le Province di Trapani, Agrigento e Palermo. Tra i gravi danni, la scossa distrusse anche la località di Poggioreale, dove Alberto ha ricordi di famiglia e dove oggi restano solo ruderi. L’abbandono dei territori non è solo un rischio legato a eventi sismici, ma anche alla riduzione dell’azione antropica dell’uomo legata all’agricoltura.

Il programma è cofinanziato dalla Commissione Europea (AGRI-2017-0170 NEW FARMERS) e realizzato con la consulenza tecnico-scientifica di Confagricoltura.

Il valore dei pastifici artigianali

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La Sicilia nel piatto

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26 Gennaio 2018

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