Martedì in seconda serata

È dedicata al tema dei flussi migratori e alle figure dei “nuovi barbari” la 17ª puntata di Retroscena in onda il 14 febbraio. Questa settimana il programma di Michele Sciancalepore affronta una delle questioni più laceranti dei nostri giorni, la migrazione con il suo antitetico portato di opportunità o pericolo, attraverso due spettacoli messi in scena nella rassegna “Miti contemporanei” di Reggio Calabria e al “Wonderland festival” di Brescia.

Giunto alla sua settima edizione, il dinamico festival “Miti contemporanei” propone lo spettacolo “Noi non siamo barbari” dell’autore tedesco Philipp Löhle. Uno straniero impaurito e infreddolito, viene accolto in casa con premura e curiosità da una coppia che fa dell’accettazione del diverso il proprio credo. A loro si contrappongono i vicini di casa, scettici e sgomenti di fronte alla loro apertura. Qual è la tesi vincente, secondo l’autore tedesco? Nessuna, finché la difesa dei recinti si rivelerà uno sterile stereotipo, finché l’essere umano non verrà posto al centro di ogni dibattito.

Dalla Sila a Brescia, dove la decima edizione del “Wonderland Festival” propone “Nafrat. El viatge de la vergonya” la performance di tre attori catalani che ripropongono a un numero ristretto di spettatori per volta, la simulazione del viaggio della disperazione in un camion compiuto dai migranti alla ricerca della pace e della libertà. “Nafrat”, che significa piaga e odio, ma che indica anche il nome con cui vengono chiamati i rifugiati che si propongono di fare da intermediari degli altri clandestini, è ispirato a un reale fatto di cronaca, il ritrovamento dei cadaveri di alcuni migranti morti per asfissia dentro un veicolo. Una tragedia come tante che, secondo i performer catalani, dovrebbe indignare l’essere umano ma che invece non trova spazio nei media ed è accolta con un’indifferenza sempre più crescente.

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14 Febbraio 2019

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  • Il libro di Retroscena