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5 ottobre 2003 Annalena Tonelli, medico e missionaria laica viene uccisa in Somalia, a Borama (Somaliland) nell’ospedale che lei stessa aveva fondato. Una vita per i poveri, per gli ultimi della Terra, donata fino al suo ultimo respiro. Una testimone da ricordare proprio nel mese in cui si ricorda l’impegno dei missionari e delle missionarie in tutti gli angoli del mondo. Nata a Forlì il 2 Aprile 1943 e laureata in giurisprudenza lascia l’Italia nel gennaio del 1969 per mettersi al servizio della popolazione somala. Un’esperienza durata oltre trent’anni e spezzata con un colpo alla nuca sparato da un’arma da fuoco. Il 25 giugno 2003 l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati assegnò il premio Nansen Refugee Award proprio per la sua opera a favore dei rifugiati e dei perseguitati. Nelle lettere dalla Somalia Annalena Tonelli racconta a familiari, amici e parenti la tragedia quotidiana della gente davanti al dramma della guerra civile. In mezzo a tutto questo la missionaria italiana è impegnata a Beled Weyne, Mogadiscio e Marka. Un’azione umanitaria che consiste nello stare accanto ai più deboli e avere cura degli ammalati. Un esempio di prossimità realizzata alle periferie geografiche e umane con l’obiettivo di dare speranza. Diceva:”Quando fai qualcosa per gli altri, nessuno dovrebbe saperlo” (vincenzo grienti)

5 Ottobre 2017