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Norimberga, 1945. Il 20 novembre inizia il processo a carico dei gerarchi nazisti. L’accusa quello di essere complici di un regime che aveva dato vita a lager come Auschwitz-Birkenau e altri campi di sterminio dove furono internati e uccisi milioni di ebrei. Un’industria della morte che ancora oggi deve far riflettere anche alla luce della stretta attualità.  I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca distrutta dai bombardamenti fino al 1º ottobre 1946. La città con Berlino e Monaco fu scelta in quanto simbolo del regime messo in piedi da Adolf Hitler.

Il primo e più famoso di questi processi fu proprio quello ai principali criminali di guerra. Il tribunale giudicò ventiquattro dei più importanti, tra generali e ufficiali superiori nazisti catturati. Tra questi  Hermann Göring, Rudolf Hess, Joachim von Ribbentrop, Wilhem Keitel, Karl Dönitz, Albert Raeder, Benedict von Schirach e Christoph Sauckel.

Ogni Paese che aveva vinto la Seconda guerra mondiale – Stati Uniti, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Francia – indicò un giudice e uno staff di procuratori dell’accusa. Inoltre fu nominata una squadra di interpreti per la traduzione simultanea degli interventi in quattro lingue: inglese, francese, tedesco e russo.

Su Norimberga sono stati scritti libri e prodotti film e documentari. Tra i libri più interessanti si segnala “Il processo di Norimberga tra storia e giustizia” (UTET). Un film invece da rivedere è “Vincitori e Vinti” di Stanley Kramer con Spencer Tracy nei panni del giudice Dan Haywood

Vincenzo Grienti

 

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20 Novembre 2017