Card. MenichelliTra i padri sinodale nei confronti dei divorziati risposati “c’è una grande sensibilità d’apertura: questi fratelli non sono fuori della Chiesa, perché sono battezzati, non dobbiamo reintegrare qualcuno. L’importante è ricominciare ad offrire a questi fratelli un accompagnamento che traduce la passione della Chiesa per i suoi figli”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ancona-Osimo, il cardinale Edoardo Menichelli, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
“Un accompagnamento – ha aggiunto il cardinale Menichelli – che diventa anche istruzione, invito alla conversione con modalità adatte a quella specifica coppia. Un altro avvicinamento potrebbe essere la questione dell’essere padrino o fare parte del consiglio pastorale. Questi sono tutti aspetti che sono emersi nei circoli sinodali. Poi vedremo cosa emergerà nella relazione finale e le decisioni del Papa”.
La conflittualità all’interno del Sinodo, ha proseguito il card. Menichelli, è “un leitmotiv che gira da tempo sembra che il Sinodo sia un covo di nemici: un conto le varie sensibilità pastorali e un conto la conflittualità. Siamo tutti all’ascolto fraterno con Papa Francesco ma tutto questo passa attraverso delle sensibilità diverse. Le sensibilità non sono conflittualità. Abbiamo goduto di questa diversità della sensibilità pastorale” e “questo non significa che ci siano inimicizie. Non abbiamo discusso qualcosa che è nostro. Abbiamo discusso, approfondito e riferiremo al Papa su un valore della vita della Chiesa: il sacramento del matrimonio e la famiglia”.

23 Ottobre 2015

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