Nel Mezzo del Cammin continua con l’incontro di Dante coi lussuriosi. Ci troviamo nel canto V dell’Inferno in cui viene messa a tema una questione che si sente pertinente alla vita di ciascuno, all’esperienza che ognuno compie nella propria vita, ossia quella dell’amore, del voler bene. Amore che, come afferma Franco Nembrini, non va concepito come un semplice sentimento, bensì come “la legge dell’essere”, come “partecipazione all’essere”. Il Sommo Poeta si imbatte, in compagnia di Virgilio, nelle due figure di Paolo e Francesca, amanti in vita, rimanendo colpito e turbato dal racconto della loro storia e dalla ragione della dannazione di entrambi. Ma è possibile che due persone che si amano così tanto e sono spinte da un desiderio così forte, che solo da Dio viene donato, siano condannate a una così triste sorte? Qual è la ragione? Perché il desiderio può portarci all’Inferno? Come può essere che la cosa più grande che Dio ci ha dato, ossia l’attrattiva, la tensione ad abbracciare e ad amare, ci faccia perdere? Come può il sentimento più nobile che ci contraddistingue divenire per noi fonte di condanna? Tutto questo verrà rivelato la settimana prossima col proseguimento del nostro viaggio.

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10 Febbraio 2016

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